Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule
Mieloma multiplo Revlimid come monoterapia è indicato per la terapia di mantenimento di pazienti adulti con mieloma multiplo di nuova diagnosi sottoposti a trapianto autologo di cellule staminali.
- Indice di navigazione
- Principi attivi
- Eccipienti
- Indicazioni
- Controindicazioni
- Posologia
- Conservazione
- Avvertenze
- Interazioni
- In gravidanza
- Sovradosaggio
- Effetti indesiderati
- Codice AIC
 
Principi attivi
Composizione di Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule - Che principio attivo ha Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule?
Revlimid 2,5 mg capsule rigide Ogni capsula contiene 2,5 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti Ogni capsula contiene 73,5 mg di lattosio (come lattosio anidro). Revlimid 5 mg capsule rigide Ogni capsula contiene 5 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti Ogni capsula contiene 147 mg di lattosio (come lattosio anidro).Revlimid 7,5 mg capsule rigide Ogni capsula contiene 7,5 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti Ogni capsula contiene 144,5 mg di lattosio (come lattosio anidro). Revlimid 10 mg capsule rigide Ogni capsula contiene 10 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti Ogni capsula contiene 294 mg di lattosio (come lattosio anidro).Revlimid 15 mg capsule rigide Ogni capsula contiene 15 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti Ogni capsula contiene 289 mg di lattosio (come lattosio anidro).Revlimid 20 mg capsule rigide Ogni capsula contiene 20 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti Ogni capsula contiene 244,5 mg di lattosio (come lattosio anidro). Revlimid 25 mg capsule rigide Ogni capsula contiene 25 mg di lenalidomide. Eccipiente(i) con effetti noti Ogni capsula contiene 200 mg di lattosio (come lattosio anidro).Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Eccipienti
Composizione di Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule - Cosa contiene Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule?
Contenuto della capsula Lattosio anidro Cellulosa microcristallina Sodio croscarmelloso Magnesio stearato Rivestimento della capsula Revlimid 2,5 mg/10 mg/20 mg capsule rigide Gelatina Biossido di titanio (E171) Indaco carminio (E132) Ossido di ferro giallo (E172) Revlimid 5 mg/25 mg capsule rigide Gelatina Biossido di titanio (E171) Revlimid 7,5 mg capsule rigide Gelatina Biossido di titanio (E171) Ossido di ferro giallo (E172) Revlimid 15 mg capsule rigide Gelatina Biossido di titanio (E171) Indaco carminio (E132) Inchiostro della dicitura Gommalacca Glicole propilenico Ossido di ferro giallo (E172) Potassio idrossido
Indicazioni
Indicazioni terapeutiche - Perchè si usa Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule? A cosa serve?
Mieloma multiplo Revlimid come monoterapia è indicato per la terapia di mantenimento di pazienti adulti con mieloma multiplo di nuova diagnosi sottoposti a trapianto autologo di cellule staminali. Revlimid in regime terapeutico di associazione con desametasone, o bortezomib e desametasone, o melfalan e prednisone (vedere paragrafo 4.2) è indicato per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo non precedentemente trattato che non sono eleggibili al trapianto. Revlimid, in associazione con desametasone, è indicato per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo sottoposti ad almeno una precedente terapia. Sindromi mielodisplastiche Revlimid come monoterapia è indicato per il trattamento di pazienti adulti con anemia trasfusionedipendente dovuta a sindromi mielodisplastiche (MDS) a rischio basso o intermedio-1, associate ad anomalia citogenetica da delezione isolata del 5q, quando altre opzioni terapeutiche sono insufficienti o inadeguate. Linfoma mantellare Revlimid come monoterapia è indicato per il trattamento di pazienti adulti con linfoma mantellare recidivato o refrattario (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
Controndicazioni
Quando non deve essere usato Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule?
• Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. • Donne in gravidanza. • Donne potenzialmente fertili, a meno che non siano rispettate tutte le condizioni del Programma di Prevenzione della Gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Posologia
Quantità e modalità di assunzione di Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule - Come si assume Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule?
Il trattamento con Revlimid deve essere supervisionato da un medico esperto nell’impiego di terapie oncologiche. Per tutte le indicazioni descritte di seguito: • La dose è modificata in base ai risultati clinici e di laboratorio (vedere paragrafo 4.4). • Aggiustamenti della dose, durante il trattamento e alla ripresa del trattamento, raccomandati per gestire la trombocitopenia e la neutropenia di grado 3 o 4, o altra tossicità di grado 3 o 4 ritenuta correlata a lenalidomide. • In caso di neutropenia, si deve valutare la possibilità di utilizzare fattori di crescita nella gestione del paziente. • Il paziente può prendere una dose dimenticata se sono trascorse meno di 12 ore dall’ora prevista per la sua assunzione. Se invece sono trascorse più di 12 ore, il paziente non deve prendere la dose dimenticata, ma aspettare la solita ora del giorno seguente per prendere la dose successiva. Posologia Mieloma multiplo di nuova diagnosi (NDMM) • Lenalidomide in associazione con desametasone fino a progressione della malattia, in pazienti non eleggibili al trapianto Il trattamento con lenalidomide non deve essere iniziato se la ANC è < 1,0 x 109/L e/o la conta piastrinica è < 50 x 109/L. Dose raccomandata La dose iniziale raccomandata di lenalidomide è di 25 mg per via orale una volta al giorno nei giorni da 1 a 21 di cicli ripetuti di 28 giorni. La dose raccomandata di desametasone è di 40 mg per via orale una volta al giorno nei giorni 1, 8, 15 e 22 di cicli ripetuti di 28 giorni. I pazienti possono continuare la terapia con lenalidomide e desametasone fino a progressione della malattia o a comparsa di intolleranza. • Livelli di riduzione della dose
Lenalidomidea | Desametasonea | |
Dose iniziale | 25 mg | 40 mg |
Livello di dose -1 | 20 mg | 20 mg |
Livello di dose -2 | 15 mg | 12 mg |
Livello di dose -3 | 10 mg | 8 mg |
Livello di dose -4 | 5 mg | 4 mg |
Livello di dose -5 | 2,5 mg | Non pertinente |
Se le piastrine | Si raccomanda di |
Scendono a < 25 x 109/L | Interrompere la somministrazione di lenalidomide per il resto del cicloa |
Ritornano a ≥ 50 x 109/L | Quando la somministrazione viene ripresa al ciclo successivo, ridurre la dose di un livello. |
• Neutropenia | |
Se i neutrofili | Si raccomanda di a |
Inizialmente scendono a < 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 1 x 109/L se la neutropenia è l’unica tossicità osservata | Riprendere lenalidomide alla dose iniziale una volta al giorno |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L se si osservano tossicità ematologiche dose-dipendenti diverse da neutropenia | Riprendere lenalidomide al livello di dose -1 una volta al giorno |
Per ogni successiva riduzione al di sotto di 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa una volta al giorno |
Lenalidomidea | |
Dose iniziale | 25 mg |
Livello di dose -1 | 20 mg |
Livello di dose -2 | 15 mg |
Livello di dose -3 | 10 mg |
Livello di dose -4 | 5 mg |
Livello di dose -5 | 2,5 mg |
• Trombocitopenia | |
Se le piastrine | Si raccomanda di |
Scendono a < 30 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 50 x 109/L | Riprendere lenalidomide al livello di dose -1 una volta al giorno |
Per ogni successiva riduzione al di sotto di 30 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 50 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa una volta al giorno |
• Neutropenia | |
Se i neutrofili | Si raccomanda dia |
Inizialmente scendono a < 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 1 x 109/L se la neutropenia è l’unica tossicità osservata | Riprendere lenalidomide alla dose iniziale una volta al giorno |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L se si osservano tossicità ematologiche dose-dipendenti diverse da neutropenia | Riprendere lenalidomide al livello di dose -1 una volta al giorno |
Per ogni successiva riduzione al di sotto di 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa una volta al giorno. |
Lenalidomide | Melfalan | Prednisone | |
Dose iniziale | 10 mga | 0,18 mg/kg | 2 mg/kg |
Livello di dose -1 | 7,5 mg | 0,14 mg/kg | 1 mg/kg |
Livello di dose -2 | 5 mg | 0,10 mg/kg | 0,5 mg/kg |
Livello di dose -3 | 2,5 mg | Non pertinente | 0,25 mg/kg |
• Trombocitopenia | |
Se le piastrine | Si raccomanda di |
Inizialmente scendono a < 25 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 25 x 109/L | Riprendere lenalidomide e melfalan al livello di dose -1 |
Per ogni successiva riduzione al di sotto di 30 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 30 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa (livello di dose -2 o -3) una volta al giorno |
• Neutropenia | |
Se i neutrofili | Si raccomanda dia |
Inizialmente scendono a < 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L se la neutropenia è l’unica tossicità osservata | Riprendere lenalidomide alla dose iniziale una volta al giorno |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L se si osservano tossicità ematologiche dose-dipendenti diverse da neutropenia | Riprendere lenalidomide al livello di dose -1 una volta al giorno |
Per ogni successiva riduzione al di sotto di 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa una volta al giorno |
Dose iniziale (10 mg) | In caso di aumento della dose (15 mg)a | |
Livello di dose -1 | 5 mg | 10 mg |
Livello di dose -2 | 5 mg (giorni 1-21 ogni 28 giorni) | 5 mg |
Livello di dose -3 | Non applicabile | 5 mg (giorni 1-21 ogni 28 giorni) |
Non somministrare una dose inferiore a 5 mg (giorni 1-21 ogni 28 giorni) |
• Trombocitopenia | |
Se le piastrine | Si raccomanda di |
Scendono a < 30 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 30 x 109/L | Riprendere lenalidomide al livello di dose -1 una volta al giorno |
Per ogni successiva riduzione al di sotto di 30 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 30 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa una volta al giorno |
• Neutropenia | |
Se i neutrofili | Si raccomanda dia |
Scendono a < 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L | Riprendere lenalidomide al livello di dose -1 una volta al giorno |
Per ogni successiva riduzione al di sotto di 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa una volta al giorno |
Dose iniziale | 25 mg |
Livello di dose -1 | 15 mg |
Livello di dose -2 | 10 mg |
Livello di dose -3 | 5 mg |
Se le piastrine | Si raccomanda di |
Ritornano a ≥ 30 x 10 9/L | Riprendere lenalidomide al livello di dose-1 |
Inizialmente scendono a < 30 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Per ogni successiva riduzione al di sotto di 30 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 30 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa (livello di dose -2 o -3) una volta al giorno. Non scendere al di sotto della dose di 5 mg una volta al giorno. |
Se i neutrofili | Si raccomanda dia |
Inizialmente scendono a < 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L se la neutropenia è l’unica tossicità osservata | Riprendere lenalidomide alla dose iniziale una volta al giorno |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L se si osservano tossicità ematologiche dose-dipendenti diverse da neutropenia | Riprendere lenalidomide al livello di dose -1 una volta al giorno. |
Per ogni successiva riduzione al di sotto di 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide. |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa (livello di dose -1, -2 o -3) una volta al giorno. Non scendere al di sotto della dose di 5 mg una volta al giorno. |
Dose iniziale | 10 mg una volta al giorno nei giorni da 1 a 21 ogni 28 giorni |
Livello di dose -1 | 5 mg una volta al giorno nei giorni da 1 a 28 ogni 28 giorni |
Livello di dose -2 | 2,5 mg una volta al giorno nei giorni da 1 a 28 ogni 28 giorni |
Livello di dose -3 | 2,5 mg a giorni alterni nei giorni da 1 a 28 ogni 28 giorni |
Se le piastrine | Si raccomanda di |
Scendono a < 25 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 25 x 109/L - < 50 x 109/L in almeno 2 occasioni per ≥ 7 giorni o se la conta piastrinica ritorna a ≥ 50 x 109/L in qualsiasi momento | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa (livello di dose -1, -2 o -3) |
• Neutropenia | |
Se i neutrofili | Si raccomanda di |
Scendono a < 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 0,5 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa (livello di dose -1, -2 o -3) |
Dose iniziale | 25 mg una volta al giorno nei giorni da 1 a 21 ogni 28 giorni |
Livello di dose -1 | 20 mg una volta al giorno nei giorni da 1 a 21 ogni 28 giorni |
Livello di dose -2 | 15 mg una volta al giorno nei giorni da 1 a 21 ogni 28 giorni |
Livello di dose -3 | 10 mg una volta al giorno nei giorni da 1 a 21 ogni 28 giorni |
Livello di dose -4 | 5 mg una volta al giorno nei giorni da 1 a 21 ogni 28 giorni |
Livello di dose -5 | 2,5 mg una volta al giorno nei giorni da 1 a 21 ogni 28 giorni[1]5 mg a giorni alterni nei giorni da 1 a 21 ogni 28 giorni |
Se le piastrine | Si raccomanda di |
Scendono a < 50 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide ed eseguire una conta completa delle cellule ematiche (CBC) almeno ogni 7 giorni |
Ritornano a ≥ 60 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa (livello di dose -1) |
Per ogni successiva riduzione al di sotto di 50 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide ed eseguire una CBC almeno ogni 7 giorni |
Ritornano a ≥ 60 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa (livello di dose -2, -3, -4 o -5). Non scendere al di sotto del dosaggio -5 |
• Neutropenia | |
Se i neutrofili | Si raccomanda di |
Scendono a < 1 x 109/L per almeno 7 giorni o Scendono a < 1 x 109/L con febbre associata (temperatura corporea ≥ 38,5 °C) oppure Scendono a < 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide ed eseguire una CBC almeno ogni 7 giorni |
Ritornano a ≥ 1 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa (livello di dose -1) |
Per ogni successiva riduzione al di sotto di 1 x 109/L per almeno 7 giorni o riduzione a < 1 x 109/L con febbre associata (temperatura corporea ≥ 38,5 °C) oppure riduzione a < 0,5 x 109/L | Interrompere il trattamento con lenalidomide |
Ritornano a ≥ 1 x 109/L | Riprendere lenalidomide alla dose successiva più bassa (livello di dose -2, -3, -4, -5). Non scendere al di sotto del dosaggio -5 |
Funzionalità renale (CLcr) | Aggiustamenti della dose |
Moderata insufficienza renale (30 ≤ CLcr < 50 mL/min) | 10 mg una volta al giorno¹ |
Grave insufficienza renale (CLcr < 30 mL/min, senza necessità di dialisi) | 7,5 mg una volta al giorno² 15 mg a giorni alterni |
Malattia renale allo stadio terminale (ESRD) (CLcr < 30 mL/min, con necessità di dialisi) | 5 mg una volta al giorno. Nei giorni di dialisi, la dose deve essere somministrata dopo la dialisi. |
Funzionalità renale (CLcr) | Aggiustamenti della dose | |
Moderata insufficienza renale (30 ≤ CLcr < 50 mL/min) | Dose iniziale | 5 mg una volta al giorno (giorni da 1 a 21 di cicli ripetuti di 28 giorni) |
Livello di dose -1* | 2,5 mg una volta al giorno (giorni da 1 a 28 di cicli ripetuti di 28 giorni) | |
Livello di dose -2* | 2,5 mg a giorni alterni (giorni da 1 a 28 di cicli ripetuti di 28 giorni) | |
Grave insufficienza renale (CLcr < 30 mL/min, senza necessità di dialisi) | Dose iniziale | 2,5 mg una volta al giorno (giorni da 1a 21 di cicli ripetuti di 28 giorni) |
Livello di dose -1* | 2,5 mg a giorni alterni (giorni da 1 a 28 di cicli ripetuti di 28 giorni) | |
Livello di dose -2* | 2,5 mg due volte la settimana (giorni da 1 a 28 di cicli ripetuti di 28 giorni) | |
Malattia renale allo stadio terminale (ESRD) (CLcr < 30 mL/min, con necessità di dialisi) Nei giorni di dialisi, la dose deve essere somministrata dopo la dialisi. | Dose iniziale | 2,5 mg una volta al giorno (giorni da 1 a 21 di cicli ripetuti di 28 giorni) |
Livello di dose -1* | 2,5 mg a giorni alterni (giorni da 1 a 28 di cicli ripetuti di 28 giorni) | |
Livello di dose -2* | 2,5 mg due volte la settimana (giorni da 1 a 28 di cicli ripetuti di 28 giorni) |
Funzionalità renale (CLcr) | Aggiustamenti della dose(giorni da 1 a 21 di cicli ripetuti di 28 giorni) |
Moderata insufficienza renale (30 ≤ CLcr < 50 mL/min) | 10 mg una volta al giorno¹ |
Grave insufficienza renale (CLcr < 30 mL/min, senza necessità di dialisi) | 7,5 mg una volta al giorno² 15 mg a giorni alterni |
Malattia renale allo stadio terminale (ESRD) (CLcr < 30 mL/min, con necessità di dialisi) | 5 mg una volta al giorno. Nei giorni di dialisi, la dose deve essere somministrata dopo la dialisi. |
Conservazione
Come si conserva Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule?
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Avvertenze
Su Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule è importante sapere che:
Quando lenalidomide è somministrata in associazione con altri medicinali, prima di iniziare il trattamento consultare il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto corrispondente. Precauzioni in caso di gravidanza Lenalidomide è strutturalmente correlata a talidomide, un principio attivo con noto effetto teratogeno nell’uomo, che causa gravi difetti congeniti potenzialmente letali. Lenalidomide ha indotto nelle scimmie malformazioni simili a quelle descritte per talidomide (vedere paragrafi 4.6 e 5.3). In caso di assunzione durante la gravidanza, nella specie umana è atteso un effetto teratogeno di lenalidomide. Le condizioni del Programma di Prevenzione della Gravidanza devono essere soddisfatte per tutte le pazienti, a meno che non vi siano prove certe che la paziente non è in grado di concepire. Criteri per stabilire che una donna non sia potenzialmente fertile Una paziente di sesso femminile o la partner di un paziente di sesso maschile è considerata in grado di concepire a meno che non rispetti almeno uno dei seguenti criteri: • Età ≥ 50 anni e amenorrea naturale per ≥ 1 anno (l’amenorrea conseguente una terapia antitumorale o durante l’allattamento non esclude la potenziale fertilità) • Insufficienza ovarica precoce confermata da un ginecologo• Pregressa salpingo-ovariectomia bilaterale o isterectomia• Genotipo XY, sindrome di Turner, agenesia uterina. Orientamento Lenalidomide è controindicata per le donne potenzialmente fertili a meno che non siano soddisfatte tutte le seguenti condizioni: • La paziente è consapevole che un rischio teratogeno per il feto è atteso • La paziente è consapevole della necessità di adottare metodi contraccettivi efficaci, senza interruzione, almeno 4 settimane prima di iniziare il trattamento, per l’intera durata del trattamento e fino ad almeno 4 settimane dopo la fine del trattamento • Anche in presenza di amenorrea, una paziente potenzialmente fertile deve seguire tutte le raccomandazioni per una contraccezione efficace • La paziente deve essere in grado di attenersi a misure contraccettive efficaci • La paziente è informata e consapevole delle conseguenze potenziali di una gravidanza e della necessità di rivolgersi immediatamente al medico se esista il rischio di una gravidanza • La paziente è consapevole della necessità di iniziare il trattamento non appena le venga dispensata lenalidomide, a seguito di un test di gravidanza negativo • La paziente è consapevole della necessità e accetta di sottoporsi a test di gravidanza almeno ogni 4 settimane, ad eccezione dei casi di confermata sterilizzazione tramite legatura delle tube • La paziente dichiara di essere consapevole dei rischi e delle precauzioni necessarie associate all’uso di lenalidomide Per quanto riguarda i pazienti di sesso maschile che assumono lenalidomide, studi farmacocinetici hanno dimostrato che, durante il trattamento, lenalidomide è presente a livelli estremamente bassi nel liquido seminale e non è rilevabile nel liquido seminale di soggetti sani 3 giorni dopo la sospensione della sostanza (vedere paragrafo 5.2). Per precauzione e prendendo in considerazione le popolazioni speciali di pazienti con un tempo di eliminazione prolungato, quali ad esempio pazienti con compromissione renale, tutti i pazienti di sesso maschile che assumono lenalidomide devono soddisfare le seguenti condizioni: • Essere consapevoli del rischio teratogeno atteso in caso di attività sessuale con una donna in gravidanza o potenzialmente fertile • Essere consapevoli della necessità di utilizzare profilattici in caso di attività sessuale con una donna in gravidanza o potenzialmente fertile che non adotta misure contraccettive efficaci (anche nel caso in cui l’uomo abbia effettuato un intervento di vasectomia) durante il trattamento e per almeno 7 giorni dopo la sospensione della dose e/o l’interruzione del trattamento. • Essere consapevole che, se la partner inizia una gravidanza mentre il paziente sta assumendo Revlimid o subito dopo aver interrotto il trattamento con Revlimid, deve informarne immediatamente il medico e deve indirizzare la partner da un medico specialista o con esperienza in teratologia che possa valutare la situazione ed esprimere un parere. In caso di donne potenzialmente fertili, il medico deve assicurarsi che: • La paziente soddisfi i requisiti del Programma di Prevenzione della Gravidanza, compresa la conferma che abbia un adeguato livello di comprensione • La paziente abbia accettato le condizioni menzionate in precedenza Contraccezione Le donne potenzialmente fertili devono utilizzare almeno un metodo contraccettivo efficace per almeno 4 settimane prima della terapia, durante la terapia e fino ad almeno 4 settimane dopo la terapia con lenalidomide, ed anche in caso di sospensione della dose, a meno che la paziente non si impegni a osservare un’astinenza assoluta e continua, confermata mese per mese. Nel caso non sia stata già iniziata una terapia anticoncezionale efficace, la paziente deve essere indirizzata a un medico specialista, al fine di instaurare un metodo contraccettivo efficace.Di seguito, esempi di metodi contraccettivi considerati adeguati: • Impianto • Sistema intrauterino a rilascio di levonorgestrel (IUS) • Medrossiprogesterone acetato depot • Sterilizzazione tubarica • Rapporto sessuale solo con partner di sesso maschile vasectomizzato; la vasectomia deve essere confermata da due analisi negative del liquido seminale • Pillole a base di solo progestinico per inibire l’ovulazione (ad es. desogestrel) A causa dell’aumentato rischio di tromboembolia venosa in pazienti con mieloma multiplo che assumono lenalidomide in regimi terapeutici di associazione, e in misura minore in pazienti con mieloma multiplo, sindromi mielodisplastiche e linfoma mantellare che assumono lenalidomide in monoterapia, è sconsigliato l’uso di contraccettivi orali di tipo combinato (vedere anche paragrafo 4.5). Se la paziente sta attualmente assumendo un contraccettivo orale di tipo combinato, deve sostituire il metodo anticoncezionale con uno di quelli sopra indicati. Il rischio di tromboembolia venosa permane per 4-6 settimane dopo la sospensione del contraccettivo orale di tipo combinato. L’efficacia di steroidi contraccettivi può ridursi durante il trattamento concomitante con desametasone (vedere paragrafo 4.5). Gli impianti e i sistemi intrauterini a rilascio di levonorgestrel sono associati ad un aumentato rischio di infezione dal momento dell’inserimento, nonché a sanguinamento vaginale irregolare. Deve essere considerata la possibilità di una profilassi a base di antibiotici, in particolare nelle pazienti affette da neutropenia. I dispositivi intrauterini a rilascio di rame sono generalmente sconsigliati a causa del potenziale rischio di infezione dal momento dell’inserimento e a causa della perdita di sangue mestruale, che può avere effetti negativi sulle pazienti che presentano neutropenia o trombocitopenia. Test di gravidanza In accordo con la pratica locale, in pazienti potenzialmente fertili, devono essere eseguiti, sotto controllo medico, test di gravidanza, con una sensibilità minima di 25 mUI/mL, secondo le modalità descritte di seguito. Questo obbligo è valido anche per pazienti potenzialmente fertili che praticano astinenza assoluta e continua. Idealmente, il test di gravidanza, la prescrizione e la dispensazione del medicinale dovrebbero avvenire nello stesso giorno. Lenalidomide deve essere dispensata alle pazienti potenzialmente fertili entro 7 giorni dalla data di prescrizione. Prima di iniziare il trattamento Stabilito che la paziente abbia adottato un metodo contraccettivo efficace per almeno 4 settimane, deve essere eseguito un test di gravidanza sotto controllo medico durante il consulto in cui viene prescritta lenalidomide, oppure nei 3 giorni precedenti la visita dal medico. Il test deve garantire che la paziente non sia in gravidanza prima di iniziare il trattamento con lenalidomide. Follow-up e termine del trattamento Un test di gravidanza sotto controllo medico deve essere ripetuto almeno ogni 4 settimane, comprese almeno le 4 settimane successive alla fine del trattamento, ad eccezione dei casi di confermata sterilizzazione tramite legatura delle tube. Questi test di gravidanza devono essere eseguiti lo stesso giorno della prescrizione medica oppure nei 3 giorni precedenti la visita del medico. Ulteriori precauzioni di impiego I pazienti devono essere istruiti a non dare mai questo medicinale ad altre persone e a restituire al farmacista le capsule non utilizzate alla fine del trattamento per lo smaltimento sicuro. I pazienti non devono donare il sangue durante la terapia con lenalidomide e per almeno 7 giorni dopo l’interruzione del trattamento. Materiale educativo, limitazioni di prescrizione e dispensazione Per aiutare i pazienti ad evitare l’esposizione del feto a lenalidomide, il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio fornirà materiale educativo al personale medico, al fine di rafforzare le avvertenze sull’attesa teratogenicità di lenalidomide, di dare consigli sulla contraccezione prima che venga iniziata la terapia e di fornire indicazioni sulla necessità del test di gravidanza. Il medico deve informare i pazienti di sesso maschile e di sesso femminile in merito al rischio teratogeno e alle rigorose misure di prevenzione della gravidanza, come specificato nel Programma di Prevenzione della Gravidanza, e fornire ai pazienti l’apposito opuscolo educazionale, la scheda paziente e/o strumento equivalente, in conformità alle misure attuate a livello nazionale. Un sistema nazionale di controllo della distribuzione è stato attuato in collaborazione con ciascuna Autorità Nazionale Competente. Tale sistema prevede l’utilizzo di una scheda paziente e/o strumento equivalente, per il controllo della prescrizione e della dispensazione, e la raccolta dei dati dettagliati relativi all’indicazione, in modo da controllare attentamente l’utilizzo off-label del medicinale all’interno del territorio nazionale. Idealmente, il test di gravidanza, il rilascio della prescrizione e la dispensazione del medicinale dovrebbero avvenire nello stesso giorno. Lenalidomide deve essere dispensata alle pazienti potenzialmente fertili entro 7 giorni dalla data di prescrizione e dopo l’esito negativo del test di gravidanza eseguito sotto controllo medico. Per le donne potenzialmente fertili la prescrizione può essere per una durata massima di trattamento di 4 settimane, per tutti gli altri pazienti la prescrizione può essere per una durata massima di trattamento di 12 settimane. Ulteriori avvertenze speciali e precauzioni di impiego Infarto del miocardio Sono stati osservati casi di infarto del miocardio in pazienti che hanno ricevuto lenalidomide, in particolare in quelli con fattori di rischio noti e entro i primi 12 mesi, quando è stato somministrato in associazione con desametasone. I pazienti con fattori di rischio noti, compresi quelli con precedente trombosi, devono essere monitorati attentamente e si deve intervenire per tentare di minimizzare tutti i fattori di rischio modificabili (ad es. fumo, ipertensione e iperlipidemia). Eventi tromboembolici venosi e arteriosi Nei pazienti con mieloma multiplo, l’associazione di lenalidomide e desametasone è associata a un aumentato rischio di tromboembolia venosa (principalmente trombosi venosa profonda ed embolia polmonare). Il rischio di tromboembolia venosa si è evidenziato in misura minore quando lenalidomide è stata somministrata in associazione con melfalan e prednisone.Nei pazienti con mieloma multiplo, sindromi mielodisplastiche e linfoma mantellare, il trattamento con lenalidomide in monoterapia è stato associato a un rischio inferiore di tromboembolia venosa (principalmente trombosi venosa profonda ed embolia polmonare) rispetto ai pazienti con mieloma multiplo trattati con lenalidomide nella terapia in associazione (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). Nei pazienti con mieloma multiplo, l’associazione di lenalidomide e desametasone è associata a un aumentato rischio di tromboembolia arteriosa (principalmente infarto del miocardio ed evento cerebrovascolare), che si è evidenziato in misura minore quando lenalidomide è stata somministrata in associazione a melfalan e prednisone. Il rischio di tromboembolia arteriosa è inferiore nei pazienti con mieloma multiplo trattati con lenalidomide in monoterapia rispetto ai pazienti con mieloma multiplo trattati con lenalidomide in regime terapeutico di associazione. Pertanto, i pazienti con fattori di rischio noti di tromboembolia - compresa una precedente trombosi - devono essere monitorati attentamente. Si deve intervenire per tentare di minimizzare tutti i fattori di rischio modificabili (ad es. fumo, ipertensione e iperlipidemia). In questi pazienti, anche la somministrazione concomitante di agenti eritropoietici o una precedente anamnesi di eventi tromboembolici possono aumentare il rischio di trombosi. Si raccomanda pertanto, nei pazienti con mieloma multiplo che assumono lenalidomide e desametasone, di usare con precauzione agenti eritropoietici o altri agenti che possano aumentare il rischio di trombosi, come ad es. una terapia ormonale sostitutiva. Qualora la concentrazione di emoglobina aumenti oltre i 12 g/dL l’uso degli agenti eritropoietici deve essere interrotto.I pazienti e i medici devono essere consapevoli della necessità di prestare attenzione ai segni e ai sintomi di tromboembolia. I pazienti devono rivolgersi al medico nel caso di comparsa di sintomi quali respiro corto, dolore al torace, gonfiore agli arti inferiori o superiori. A scopo profilattico, deve essere raccomandata l’assunzione di farmaci antitrombotici, soprattutto in pazienti con ulteriori fattori di rischio trombotico. La decisione di adottare misure profilattiche antitrombotiche deve essere presa dopo avere attentamente valutato i fattori di rischio relativi ad ogni singolo paziente. Se il paziente manifesta un qualsiasi evento tromboembolico, il trattamento deve essere interrotto e si deve iniziare una terapia anticoagulante standard. Una volta che il paziente è stato stabilizzato con terapia anticoagulante e tutte le complicazioni dell’evento tromboembolico sono state risolte, il trattamento con lenalidomide può essere ripreso alla dose originale a seguito di una valutazione beneficio rischio. Il paziente deve continuare la terapia anticoagulante durante il trattamento con lenalidomide. Neutropenia e trombocitopenia Le tossicità principali che limitano il dosaggio di lenalidomide includono neutropenia e trombocitopenia. Al fine di monitorare l’eventuale comparsa di citopenia, si deve eseguire una conta completa delle cellule ematiche, inclusa conta leucocitaria anche differenziale, conta delle piastrine, emoglobina ed ematocrito, al basale, una volta a settimana, durante le prime 8 settimane di trattamento con lenalidomide, e, successivamente, una volta al mese. Nei pazienti con linfoma mantellare, lo schema di monitoraggio deve essere ogni 2 settimane nei cicli 3 e 4 e successivamente all’inizio di ogni ciclo. Può rendersi necessaria una riduzione della dose (vedere paragrafo 4.2). In caso di neutropenia, il medico deve valutare la possibilità di utilizzare fattori della crescita nella gestione del paziente. I pazienti devono essere avvertiti di riferire immediatamente la comparsa di episodi febbrili. I pazienti e i medici devono tenere sotto osservazione i segni e i sintomi di sanguinamento, incluse petecchie ed epistassi, soprattutto nei pazienti sottoposti a trattamento concomitante che può indurre sanguinamento (vedere paragrafo 4.8, Disturbi emorragici). Si raccomanda cautela nella somministrazione concomitante di lenalidomide con altri agenti mielosoppressivi. • Mieloma multiplo di nuova diagnosi: pazienti sottoposti ad ASCT trattati con lenalidomide in terapia di mantenimento Le reazioni avverse osservate nello studio CALGB 100104 includevano eventi segnalati dopo trattamento con melfalan ad alte dosi e ASCT (HDM/ASCT) oltre a eventi segnalati nel periodo della terapia di mantenimento. Una seconda analisi ha identificato gli eventi che si sono verificati successivamente all’inizio della terapia di mantenimento. Nello studio IFM 2005-02, le reazioni avverse erano relative solamente al periodo della terapia di mantenimento. Nel complesso, nei 2 studi che hanno valutato la terapia di mantenimento con lenalidomide nei pazienti con NDMM sottoposti ad ASCT, la neutropenia di grado 4 è stata osservata con frequenza più elevata nei bracci in terapia di mantenimento con lenalidomide rispetto ai bracci di mantenimento con placebo (rispettivamente 32,1% vs 26,7% [16,1% vs 1,8% dopo l’inizio della terapia di mantenimento] nello studio CALGB 100104 e 16,4% vs 0,7% nello studio IFM 2005-02). Eventi avversi di neutropenia insorti durante il trattamento che hanno comportato l’interruzione di lenalidomide sono stati segnalati rispettivamente nel 2,2% dei pazienti nello studio CALGB 100104 e nel 2,4% dei pazienti nello studio IFM 2005-02. In entrambi gli studi la neutropenia febbrile di grado 4 è stata segnalata con frequenze simili nei bracci in terapia di mantenimento con lenalidomide e nei bracci di mantenimento con placebo (rispettivamente 0,4% vs 0,5% [0,4% vs 0,5% dopo l’inizio della terapia di mantenimento] nello studio CALGB 100104 e 0,3% vs 0% nello studio IFM 2005-02). È necessario avvisare i pazienti di riferire immediatamente la comparsa di episodi febbrili; può essere necessaria la sospensione del trattamento e/o la riduzione della dose (vedere paragrafo 4.2). Negli studi che hanno valutato la terapia di mantenimento con lenalidomide nei pazienti con NDMM sottoposti ad ASCT, la trombocitopenia di grado 3 e 4 è stata osservata con frequenza più elevata nei bracci in terapia di mantenimento con lenalidomide rispetto ai bracci di mantenimento con placebo (rispettivamente 37,5% vs 30,3% [17.9% vs 4.1% dopo l’inizio della terapia di mantenimento] nello studio CALGB 100104 e 13,0% vs 2,9% nello studio IFM 2005-02). I pazienti e i medici devono tenere sotto osservazione i segni e i sintomi di sanguinamento, incluse petecchie ed epistassi, soprattutto nei pazienti che assumono medicinali concomitanti che possono indurre sanguinamento (vedere paragrafo 4.8, Disturbi emorragici). • Mieloma multiplo di nuova diagnosi: pazienti non eleggibili al trapianto trattati con lenalidomide in associazione con bortezomib e desametasone Nello studio SWOG S0777, neutropenia di grado 4 è stata osservata con una frequenza minore nel braccio lenalidomide in associazione con bortezomib e desametasone (RVd) rispetto al braccio di confronto Rd (2,7% vs 5,9%). Neutropenia febbrile di grado 4 è stata segnalata con frequenze simili nei bracci RVd ed Rd (0,0% vs 0,4%). I pazienti devono essere avvisati di riferire immediatamente la comparsa di episodi febbrili; possono essere necessarie la sospensione del trattamento e/o una riduzione della dose (vedere paragrafo 4.2). Trombocitopenia di grado 3 o 4 è stata osservata con una frequenza maggiore nel braccio RVd rispetto al braccio di confronto Rd (17,2% vs 9,4%). • Mieloma multiplo di nuova diagnosi: pazienti non eleggibili al trapianto trattati con lenalidomide in associazione con desametasone a basso dosaggio È stata osservata neutropenia di grado 4 in misura minore nei bracci di trattamento con lenalidomide in associazione con desametasone, rispetto al braccio di confronto (8,5% in Rd [trattamento continuativo] e in Rd18 [trattamento per 18 cicli di quattro settimane], rispetto al 15% nel braccio melfalan/prednisone/talidomide, vedere paragrafo 4.8). Gli episodi di neutropenia febbrile di grado 4 erano coerenti con il braccio di confronto (0,6% nei pazienti trattati con lenalidomide/desametasone Rd e Rd18, rispetto a 0,7% nei pazienti del braccio melfalan/prednisone/talidomide, vedere paragrafo 4.8). È stata osservata trombocitopenia di grado 3 o 4 in misura minore nei bracci Rd e Rd18, rispetto al braccio di confronto (rispettivamente 8,1% vs 11,1%). • Mieloma multiplo di nuova diagnosi: pazienti non eleggibili al trapianto trattati con lenalidomide in associazione con melfalan e prednisone Negli studi clinici in pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi, l’associazione di lenalidomide con melfalan e prednisone è associata a una più elevata incidenza di neutropenia di grado 4 (34,1% nei pazienti del braccio melfalan, prednisone e lenalidomide seguito da lenalidomide [MPR+R] e melfalan, prednisone e lenalidomide seguito da placebo [MPR+p], rispetto al 7,8% dei pazienti trattati con MPp+p; vedere paragrafo 4.8). Episodi di neutropenia febbrile di grado 4 sono stati osservati non di frequente (1,7% nei pazienti trattati con MPR+R/MPR+p, rispetto a 0,0% nei pazienti trattati con MPp+p; vedere paragrafo 4.8). Nei pazienti con mieloma multiplo, l’associazione di lenalidomide con melfalan e prednisone è associata a una più elevata incidenza di trombocitopenia di grado 3 e di grado 4 (40,4% nei pazienti trattati con MPR+R/MPR+p, rispetto a 13,7% nei pazienti trattati con MPp+p; vedere paragrafo 4.8). • Mieloma multiplo: pazienti con almeno una precedente terapia Nei pazienti con mieloma multiplo sottoposti ad almeno una precedente terapia, l’associazione di lenalidomide e desametasone è associata a una più elevata incidenza di neutropenia di grado 4 (5,1% dei pazienti trattati con lenalidomide/desametasone rispetto allo 0,6% dei pazienti trattati con placebo/desametasone; vedere paragrafo 4.8). Episodi di neutropenia febbrile di grado 4 sono stati osservati non di frequente (nello 0,6% dei pazienti trattati con lenalidomide/desametasone rispetto allo 0,0% dei pazienti trattati con placebo/desametasone; vedere paragrafo 4.8). Nei pazienti con mieloma multiplo, l’associazione di lenalidomide e desametasone è associata a una più elevata incidenza di trombocitopenia di grado 3 e di grado 4 (rispettivamente nel 9,9% e nell’1,4% dei pazienti trattati con lenalidomide/desametasone rispetto al 2,3% e allo 0,0% dei pazienti trattati con placebo/desametasone; vedere paragrafo 4.8). • Sindromi mielodisplastiche Nei pazienti con sindromi mielodisplastiche, il trattamento con lenalidomide è associato a una più elevata incidenza di neutropenia e trombocitopenia di grado 3 e 4, rispetto ai pazienti trattati con placebo (vedere paragrafo 4.8). • Linfoma mantellare Nei pazienti con linfoma mantellare, il trattamento con lenalidomide è associato a una più elevata incidenza di neutropenia di grado 3 e 4 rispetto ai pazienti del braccio di controllo (vedere paragrafo 4.8). Disturbi della tiroide Sono stati osservati casi di ipotiroidismo e di ipertiroidismo. Prima di iniziare il trattamento, si raccomanda un controllo ottimale delle comorbidità che influenzano la funzionalità tiroidea. Si raccomanda di monitorare la funzionalità tiroidea al basale e durante il trattamento. Neuropatia periferica Lenalidomide è strutturalmente correlata a talidomide, che è nota causare una grave neuropatia periferica. Non vi è stato alcun aumento della neuropatia periferica osservata con lenalidomide in associazione con desametasone o melfalan e prednisone o lenalidomide in monoterapia, o con l’impiego a lungo termine di lenalidomide per il trattamento del mieloma multiplo di nuova diagnosi. L’associazione di lenalidomide con bortezomib per via endovenosa e desametasone in pazienti affetti da mieloma multiplo è legata a una più elevata frequenza di neuropatia periferica. La frequenza è risultata minore quando bortezomib è stato somministrato per via sottocutanea. Per ulteriori informazioni vedere paragrafo 4.8 e il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto per bortezomib. Tumour Flare Reaction e sindrome da lisi tumorale Dal momento che lenalidomide presenta attività anti-neoplastica, possono manifestarsi complicanze della sindrome da lisi tumorale (Tumour Lysis Syndrome, TLS). TLS e la Tumour Flare Reaction (TFR) sono state comunemente osservate nei pazienti con leucemia linfocitica cronica (LLC) e non comunemente osservate nei pazienti con linfomi, trattati con lenalidomide. Casi di TLS con esito fatale sono stati segnalati durante il trattamento con lenalidomide. I pazienti a rischio di TLS e TFR sono quelli con massa tumorale elevata prima del trattamento. Si deve usare cautela quando si inizia il trattamento con lenalidomide in questi pazienti. Si raccomanda di monitorare attentamente tali pazienti, soprattutto durante il primo ciclo o l’aumento della dose, e di adottare le precauzioni appropriate. Vi sono state rare segnalazioni di TLS in pazienti con MM trattati con lenalidomide, mentre nessun caso è stato segnalato nei pazienti con MDS trattati con lenalidomide. Massa tumorale • Linfoma mantellare Lenalidomide non è raccomandata per il trattamento dei pazienti con massa tumorale elevata se sono disponibili opzioni di trattamento alternative. Morte precoce Nello Studio MCL-002 è stato rilevato in generale un aumento evidente di decessi precoci (entro 20 settimane). I pazienti con massa tumorale elevata al basale presentano un rischio maggiore di morte precoce: vi sono stati 16/81 (20%) decessi precoci nel braccio lenalidomide e 2/28 (7%) decessi precoci nel braccio di controllo. Entro 52 settimane le cifre corrispondenti erano 32/81 (40%) e 6/28 (21%) (vedere paragrafo 5.1). Eventi avversi Nello Studio MCL-002 durante il ciclo di trattamento 1, 11/81 (14%) pazienti con massa tumorale elevata sono stati ritirati dalla terapia con lenalidomide, rispetto a 1/28 (4%) nel gruppo di controllo. Il motivo principale della sospensione del trattamento per i pazienti con massa tumorale elevata, durante il ciclo di trattamento 1 nel braccio lenalidomide, era imputabile a eventi avversi, 7/11 (64%). I pazienti con massa tumorale elevata devono perciò essere attentamente monitorati, per rilevare reazioni avverse (vedere paragrafo 4.8), inclusi eventuali segni di Tumour Flare Reaction (TFR). Per gli aggiustamenti della dose in caso di TFR, vedere paragrafo 4.2. Una massa tumorale elevata è stata definita come almeno una lesione di ≥ 5 cm di diametro o 3 lesioni ≥ 3 cm. Tumour Flare Reaction • Linfoma mantellare Si raccomandano un attento monitoraggio e una valutazione per la TFR. I pazienti con elevato MIPI (Mantel Cell Lymphoma International Prognostic Index) alla diagnosi o malattia caratterizzata da grosse masse tumorali (almeno una lesione che è ≥ 7 cm nel diametro più lungo) al basale possono essere a rischio di TFR. La Tumour Flare Reaction può simulare la progressione della malattia (PD). I pazienti degli studi MCL-002 e MCL-001 che manifestavano TFR di grado 1 e 2 sono stati trattati con corticosteroidi, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e/o analgesici narcotici per la gestione dei sintomi della TFR. La decisione di adottare misure terapeutiche per la TFR deve essere presa dopo un’attenta valutazione clinica del singolo paziente (vedere paragrafo 4.2). Reazioni allergiche Nei pazienti trattati con lenalidomide sono stati riportati casi di reazioni allergiche/di ipersensibilità (vedere paragrafo 4.8). Si raccomanda di monitorare attentamente i pazienti che hanno avuto precedenti reazioni allergiche a talidomide in quanto nella letteratura è stata riportata una possibile reazione crociata tra lenalidomide e talidomide. Gravi reazioni cutanee Sono stati riportati casi di gravi reazioni cutanee, incluse SSJ, NET e DRESS, associate all’uso di lenalidomide. Chi prescrive il farmaco deve avvertire i pazienti relativamente ai segni e sintomi di queste reazioni e raccomandare ai pazienti di rivolgersi immediatamente a un medico se si presentano tali sintomi. Il trattamento con lenalidomide deve essere interrotto in caso di rash esfoliativo o bolloso, o se si sospetta la SSJ, la NET o la DRESS, e non deve essere ripreso dopo la sospensione avvenuta a causa di queste reazioni. L’interruzione o la sospensione di lenalidomide deve essere presa in considerazione in caso di altre forme di reazioni cutanee a seconda della loro gravità. I pazienti con un’anamnesi precedente di rash in forma grave associata al trattamento con talidomide non devono ricevere lenalidomide. Intolleranza al lattosio Le capsule di Revlimid contengono lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale. Secondi tumori primari Negli studi clinici è stato osservato un aumento di secondi tumori primari (Second Primary Malignancy, SPM) nei pazienti affetti da mieloma trattati in precedenza con lenalidomide/desametasone (3,98 per 100 anni-persona) rispetto ai controlli (1,38 per 100 annipersona). Gli SPM non invasivi sono costituiti da carcinomi cutanei basocellulari o squamocellulari. La maggior parte degli SPM invasivi era rappresentata da tumori solidi. Negli studi clinici in pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi non eleggibili al trapianto, è stato osservato un aumento di 4,9 volte del tasso di incidenza di SPM ematologici (casi di LMA, MDS) nei pazienti trattati con lenalidomide in associazione con melfalan e prednisone fino a progressione (1,75 per 100 anni persona), rispetto a melfalan in associazione con prednisone (0,36 per 100 anni-persona). È stato osservato un aumento di 2,12 volte del tasso di incidenza di SPM solidi nei pazienti trattati con lenalidomide (9 cicli) in associazione con melfalan e prednisone (1,57 per 100 anni-persona), rispetto a melfalan in associazione con prednisone (0,74 per 100 anni-persona). Nei pazienti trattati con lenalidomide in associazione con desametasone fino alla progressione o per 18 mesi, il tasso di incidenza di SPM ematologici (0,16 per 100 anni-persona) non era aumentato rispetto a talidomide in associazione con melfalan e prednisone (0,79 per 100 anni-persona). È stato osservato un aumento di 1,3 volte del tasso di incidenza di SPM solidi nei pazienti trattati con lenalidomide in associazione con desametasone fino alla progressione o per 18 mesi (1,58 per 100 anni-persona) rispetto a talidomide in associazione con melfalan e prednisone (1,19 per 100 anni-persona). Nei pazienti affetti da mieloma multiplo di nuova diagnosi trattati con lenalidomide in associazione con bortezomib e desametasone, il tasso di incidenza di SPM ematologici è stato pari a 0,00-0,16 per 100 anni-persona, mentre il tasso di incidenza di SMP solidi è stato di 0,21-1,04 per 100 anni-persona. Il maggior rischio di secondi tumori primari associati a lenalidomide interessa anche i casi di NDMM dopo trapianto di cellule staminali. Benché non sia stato ancora completamente caratterizzato, questo rischio deve essere tenuto presente quando si prende in considerazione l’uso di Revlimid in questo ambito. Il tasso di incidenza di neoplasie ematologiche, soprattutto LMA, MDS e neoplasie dei linfociti B (incluso il linfoma di Hodgkin) è stato 1,31 per 100 anni-persona per i bracci di trattamento con lenalidomide e 0,58 per 100 anni-persona per i bracci di trattamento con placebo (1,02 per 100 annipersona per i pazienti esposti a lenalidomide dopo ASCT e 0,60 per 100 anni-persona per i pazienti non esposti a lenalidomide dopo ASCT). Il tasso di incidenza di SPM solidi è stato 1,36 per 100 annipersona per i bracci di trattamento con lenalidomide e 1,05 per 100 anni-persona per i bracci di trattamento con placebo (1,26 per 100 anni-persona per i pazienti esposti a lenalidomide dopo ASCT e 0,60 per 100 anni-persona per i pazienti non esposti a lenalidomide dopo ASCT). Il rischio di comparsa di SPM ematologici deve essere tenuto in considerazione prima di iniziare il trattamento con lenalidomide in associazione con melfalan o nel periodo immediatamente successivo a melfalan ad alto dosaggio e ASCT. I medici devono valutare attentamente i pazienti prima e durante il trattamento, utilizzando lo screening oncologico standard per la comparsa di SPM, e istituire il trattamento secondo le indicazioni. Progressione a leucemia mieloide acuta (LMA) nella sindrome mielodisplastica (MDS) a rischio basso o intermedio-1 • Cariotipo Variabili al basale, comprese anomalie citogenetiche complesse sono associate a progressione a LMA nei soggetti trasfusione-dipendenti con anomalia da delezione isolata del 5q. In un’analisi combinata di due studi clinici condotti con lenalidomide in MDS a rischio basso o intermedio-1, i soggetti con anomalie citogenetiche complesse presentavano il più elevato rischio cumulativo di progressione a LMA stimato a 2 anni (38,6%). Il tasso di progressione a LMA stimato a 2 anni nei pazienti con anomalia da delezione isolata del 5q è stato del 13,8%, rispetto al 17,3% per i pazienti con anomalia da delezione isolata del 5q e un’ulteriore anomalia citogenetica. Di conseguenza, non è noto il rapporto beneficio/rischio di lenalidomide quando la MDS è associata a anomalia da delezione isolata del 5q e ad anomalie citogenetiche complesse. • Stato TP53 Una mutazione di TP53 è presente nel 20-25% dei pazienti con MDS con anomalia da delezione isolata del 5q a basso rischio ed è associata a un rischio più elevato di progressione a LMA. In un’analisi post-hoc di uno studio clinico (MDS-004) condotto con lenalidomide in MDS a rischio basso o intermedio-1, il tasso di progressione a LMA stimato a 2 anni è stato del 27,5% nei pazienti con positività IHC-p53 (cut-off 1% di forte colorazione nucleare, utilizzando la valutazione immunoistochimica della proteina p53 come surrogato dello stato di mutazione di TP53) e del 3,6% nei pazienti con negatività IHC-p53 (p=0,0038) (vedere paragrafo 4.8). Progressione ad altri tumori maligni nel linfoma mantellare Nel linfoma mantellare, la LMA, i tumori maligni delle cellule B e il carcinoma cutaneo non melanoma (NMSC) sono rischi potenziali. Patologie epatiche Sono stati osservati casi di insufficienza epatica, anche con esito fatale, in pazienti trattati con lenalidomide in terapia in associazione: insufficienza epatica acuta, epatite tossica, epatite citolitica, epatite colestatica ed epatite mista citolitica/colestatica. I meccanismi di grave epatotossicità indotta dal farmaco restano sconosciuti sebbene, in alcuni casi, i fattori di rischio possono essere rappresentati da epatopatia virale preesistente, elevati valori basali degli enzimi epatici ed eventualmente il trattamento con antibiotici. Alterazioni dei test di funzionalità epatica sono state osservate con frequenza comune ed erano in genere asintomatiche e reversibili con la sospensione del trattamento. Una volta che i parametri sono tornati ai valori basali, si può considerare di riprendere il trattamento con una dose inferiore. Lenalidomide è escreta per via renale. È importante aggiustare la dose nei pazienti con insufficienza renale, al fine di evitare il raggiungimento di livelli plasmatici che possono aumentare il rischio di reazioni avverse ematologiche o epatotossicità più importanti. Si raccomanda di monitorare la funzionalità epatica, in particolare in caso di precedente o concomitante infezione epatica virale oppure quando lenalidomide è somministrata in associazione con medicinali noti per essere associati a disfunzione epatica. Infezione con o senza neutropenia I pazienti con mieloma multiplo sono inclini a sviluppare infezioni, inclusa la polmonite. Con il trattamento con lenalidomide in associazione con desametasone è stata osservata una percentuale più elevata di infezioni, rispetto a MPT in pazienti con NDMM non eleggibili al trapianto, e con terapia di mantenimento con lenalidomide rispetto al placebo in pazienti con NDMM sottoposti a ASCT. Infezioni di grado ≥ 3 si sono verificate nel contesto della neutropenia in meno di un terzo dei pazienti. I pazienti con fattori di rischio noti per infezioni devono essere monitorati attentamente. Tutti i pazienti devono essere avvertiti di consultare immediatamente il medico al primo segno di infezione (ad es. tosse, febbre, ecc.), per consentire un intervento tempestivo al fine di ridurre la gravità. Riattivazione virale Casi di riattivazione virale, inclusi casi gravi di riattivazione dell’herpes zoster o virus dell’epatite B (HBV), sono stati segnalati in pazienti trattati con lenalidomide. Alcuni dei casi di riattivazione virale hanno avuto esito fatale. Alcuni dei casi di riattivazione dell’herpes zoster hanno provocato herpes zoster disseminato, meningite da herpes zoster o herpes zoster oftalmico che hanno richiesto la sospensione temporanea o l’interruzione definitiva del trattamento con lenalidomide e un’adeguata terapia antivirale. La riattivazione dell’epatite B è stata segnalata raramente nei pazienti trattati con lenalidomide, con pregressa infezione da virus dell’epatite B (HBV). Alcuni di questi casi sono progrediti in insufficienza epatica acuta, che ha comportato l’interruzione di lenalidomide e un adeguato trattamento antivirale. Prima di iniziare il trattamento con lenalidomide deve essere stabilito lo stato del virus dell’epatite B. Per i pazienti che risultano positivi ai test per l’infezione da HBV, si raccomanda di consultare un medico competente nel trattamento dell’epatite B. Si deve procedere con cautela quando lenalidomide viene utilizzata in pazienti con pregressa infezione da HBV, inclusi i pazienti che sono anti-HBc positivi ma HBsAg negativi. Questi pazienti devono essere attentamente monitorati per rilevare segni e sintomi di infezione da HBV attiva durante la terapia. Leucoencefalopatia multifocale progressiva Sono stati segnalati casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML), compresi casi fatali, con l’uso di lenalidomide. La PML è stata segnalata da diversi mesi a diversi anni dopo l’inizio del trattamento con lenalidomide. Sono stati generalmente segnalati casi in pazienti con assunzione concomitante di desametasone o trattamento precedente con altre forme di chemioterapia immunosoppressiva. I medici devono monitorare i pazienti a intervalli regolari e considerare la PML nella diagnosi differenziale in pazienti che presentano segni o sintomi neurologici, cognitivi o comportamentali nuovi o in peggioramento. Occorre inoltre consigliare ai pazienti di informare il loro partner o coloro che li assistono circa il trattamento a cui sono sottoposti, poiché questi potrebbero notare dei sintomi di cui il paziente non è a conoscenza. La valutazione della PML deve basarsi su esame neurologico, risonanza magnetica per immagini del cervello e analisi del liquido cerebrospinale per il DNA del virus John Cunningham (JCV) mediante reazione a catena della polimerasi (PCR) o biopsia cerebrale con test del JCV. Una PCR negativa per il JCV non esclude la PML. Possono essere giustificati ulteriori controlli e valutazioni se non è possibile stabilire una diagnosi alternativa. In caso di sospetta PML, le ulteriori somministrazioni devono essere sospese fino a quando la diagnosi di PML sia stata esclusa. In caso di conferma di PML, la somministrazione di lenalidomide deve essere definitivamente interrotta. Pazienti con melanoma multiplo di nuova diagnosi Si è registrato un tasso di intolleranza più elevato (eventi avversi di grado 3 o 4,eventi avversi gravi, interruzione del trattamento) nei pazienti di età > 75 anni, stadio ISS (International Staging System) III, performance status (PS) ≥ 2 valutato secondo i criteri ECOG (Eastern Cooperative Oncology Group) o CLcr < 60 mL/min, quando lenalidomide è stata somministrata in associazione. Deve essere attentamente valutata la capacità dei pazienti di tollerare il trattamento con lenalidomide in associazione, in considerazione dell’età, stadio ISS III, PS ≥ 2 valutato secondo i criteri ECOG o CLcr < 60 mL/min (vedere paragrafi 4.2 e 4.8). Cataratta La cataratta è stata osservata con maggiore frequenza nei pazienti trattati con lenalidomide in associazione con desametasone, in particolare in caso di utilizzo per un periodo prolungato. Si raccomanda di monitorare periodicamente la capacità visiva.
Interazioni
Quali medicinali o alimenti possono interagire con Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule?
Gli agenti eritropoietici, o altri agenti che possono aumentare il rischio di trombosi, come ad esempio la terapia ormonale sostitutiva, devono essere utilizzati con cautela nei pazienti con mieloma multiplo che assumono lenalidomide e desametasone (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). Contraccettivi orali Non sono stati condotti studi di interazione con contraccettivi orali. Lenalidomide non è un induttore enzimatico. In uno studio in vitro condotto con epatociti umani, lenalidomide, esaminata a varie concentrazioni, non ha indotto CYP1A2, CYP2B6, CYP2C9, CYP2C19 e CYP3A4/5. Quindi, se lenalidomide viene somministrata da sola, non ci si attende induzione che conduce a ridotta efficacia di medicinali, tra cui i contraccettivi ormonali. Tuttavia, è noto che desametasone è un induttore da debole a moderato del CYP3A4 e che probabilmente influisce su altri enzimi e proteine di trasporto. Non si esclude che l’efficacia dei contraccettivi orali possa essere ridotta durante il trattamento. Devono essere adottate misure efficaci per evitare una gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6). Warfarin La somministrazione concomitante di dosi ripetute di 10 mg di lenalidomide non ha prodotto alcun effetto sulla farmacocinetica di dosi singole di R- e S- warfarin. La somministrazione concomitante di una singola dose di 25 mg di warfarin non ha prodotto alcun effetto sulla farmacocinetica di lenalidomide. Tuttavia non è noto se esiste un’interazione durante l’uso clinico (trattamento concomitante con desametasone). Desametasone è un induttore enzimatico da debole a moderato e i suoi effetti sulla warfarin non sono noti. Si consiglia un attento monitoraggio della concentrazione di warfarin durante il trattamento. Digossina La somministrazione concomitante di 10 mg una volta al giorno di lenalidomide ha aumentato del 14% la concentrazione plasmatica della digossina (0,5 mg, dose singola) con un CI (intervallo di confidenza) del 90% [0,52%-28,2%]. Non è noto se l’effetto possa essere diverso nell’uso clinico (dosi superiori di lenalidomide e trattamento concomitante con desametasone). Pertanto, durante il trattamento con lenalidomide, è consigliato il monitoraggio della concentrazione di digossina. Statine In caso di somministrazione di statine con lenalidomide, si ha un aumento del rischio di rabdomiolisi, che può essere semplicemente additivo. È giustificato un monitoraggio clinico e di laboratorio potenziato, in particolare durante le prime settimane di trattamento. Desametasone La somministrazione concomitante di una dose singola o di dosi multiple di desametasone (40 mg una volta al giorno) non ha un effetto clinicamente rilevante sulla farmacocinetica di dosi multiple di lenalidomide (25 mg una volta al giorno). Interazioni con gli inibitori della P-glicoproteina (P-gp) In vitro, lenalidomide è un substrato della P-gp, ma non è un inibitore della P-gp. La somministrazione concomitante di dosi multiple del potente inibitore della P-gp, chinidina (600 mg, due volte al giorno) o dell’inibitore/substrato ad azione moderata della P-gp temsirolimus (25 mg), non ha un effetto clinicamente rilevante sulla farmacocinetica di lenalidomide (25 mg). La somministrazione concomitante di lenalidomide non altera la farmacocinetica di temsirolimus.
In gravidanza
Se è in corso una gravidanza, se sospetta o sta pianificando una gravidanza, o se sta allattando con latte materno chiedere consiglio al medico prima di prendereRevlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule?
A causa del potenziale teratogeno, lenalidomide deve essere prescritta nell’ambito di un Programma di Prevenzione della Gravidanza (vedere paragrafo 4.4), a meno che non vi siano prove certe che la paziente non è potenzialmente fertile. Donne potenzialmente fertili / Contraccezione negli uomini e nelle donne Le donne potenzialmente fertili devono adottare un metodo contraccettivo efficace. In caso di gravidanza durante il trattamento con lenalidomide, la terapia deve essere sospesa e la paziente deve recarsi da un medico specialista o con esperienza in teratologia che possa valutare la situazione ed esprimere un parere. In caso di gravidanza della partner di un paziente di sesso maschile che assume lenalidomide, la partner deve essere informata di recarsi da un medico specialista o con esperienza in teratologia che possa valutare la situazione ed esprimere un parere. Durante il trattamento, lenalidomide è presente a livelli estremamente bassi nel liquido seminale e non è rilevabile nel liquido seminale di soggetti sani 3 giorni dopo la sospensione della sostanza (vedere paragrafo 5.2). Per precauzione e prendendo in considerazione le popolazioni speciali di pazienti con un tempo di eliminazione prolungato, quali ad esempio pazienti con alterazioni della funzionalità renale, tutti i pazienti di sesso maschile che assumono lenalidomide devono utilizzare profilattici per l’intera durata del trattamento, durante la sospensione della dose e fino ad una settimana dopo l’interruzione della terapia, qualora la propria partner sia in gravidanza o potenzialmente fertile e non utilizzi alcun metodo anticoncezionale. Gravidanza Lenalidomide è strutturalmente correlata a talidomide, un principio attivo con noto effetto teratogeno nell’uomo, che causa gravi difetti congeniti potenzialmente letali. Lenalidomide ha indotto nelle scimmie malformazioni simili a quelle descritte per talidomide (vedere paragrafo 5.3). Pertanto, un effetto teratogeno di lenalidomide è atteso, e lenalidomide è controindicata durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3). Allattamento Poiché non è noto se lenalidomide sia secreta nel latte materno, si raccomanda di interrompere l’allattamento al seno durante la terapia con lenalidomide. Fertilità Uno studio di fertilità, condotto nei ratti con dosi di lenalidomide fino a 500 mg/kg (all’incirca da 200 a 500 volte le dosi di 25 mg e 10 mg, rispettivamente, utilizzate nell’uomo e calcolate in base alla superficie corporea), non ha evidenziato effetti avversi sulla fertilità né tossicità materna.
Sovradosaggio
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule?
Non esiste alcuna esperienza specifica nella gestione del sovradosaggio da lenalidomide nei pazienti, sebbene in studi di determinazione della dose alcuni pazienti siano stati esposti a dosaggi fino a 150 mg e, in studi a dose singola, alcuni pazienti sono stati esposti a dosaggi fino a 400 mg. In questi studi, la tossicità limitante il dosaggio è stata essenzialmente di natura ematologica. In caso di sovradosaggio, è consigliata una terapia di supporto.
Effetti indesiderati
Quali sono gli effetti collaterali di Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule? - Come tutti i medicinali, Revlimid capsule rigide – 2,5 mg capsula rigida uso orale blister (pctfe/pvc/alluminio) 7 capsule può causare effetti collaterali, sebbene non tutte le persone li manifestino.
Riassunto del profilo di sicurezza Mieloma multiplo di nuova diagnosi: pazienti sottoposti ad ASCT trattati con lenalidomide in terapia di mantenimento Per determinare le reazioni avverse nello studio CALGB 100104 è stato applicato un approccio conservativo. Le reazioni avverse descritte nella Tabella 1 includevano eventi segnalati dopo HDM/ASCT insieme a eventi osservati nel periodo della terapia di mantenimento. Una seconda analisi, che ha identificato gli eventi che si sono verificati in seguito all’inizio della terapia di mantenimento, suggerisce che le frequenze descritte nella Tabella 1 possono essere più elevate di quanto effettivamente osservato durante il periodo della terapia di mantenimento. Nello studio IFM 2005-02, le reazioni avverse erano relative solamente al periodo della terapia di mantenimento. Le reazioni avverse gravi osservate più frequentemente (≥ 5%) con lenalidomide in terapia di mantenimento, rispetto al placebo, sono state: • Polmoniti (10,6%; termine combinato) dallo studio IFM 2005-02 • Infezione polmonare (9,4% [9,4% dopo l’inizio della terapia di mantenimento] dallo studio CALGB 100104 Nello studio IFM 2005-02, le reazioni avverse osservate più frequentemente con lenalidomide in terapia di mantenimento, rispetto al placebo, sono state neutropenia (60,8%), bronchite (47,4%), diarrea (38,9%), nasofaringite (34,8%), spasmi muscolari (33,4%), leucopenia (31,7%), astenia (29,7%), tosse (27,3%), trombocitopenia (23,5%), gastroenterite (22,5%) e piressia (20,5%).Nello studio CALGB 100104, le reazioni avverse osservate più frequentemente con lenalidomide in terapia di mantenimento, rispetto al placebo, sono state neutropenia (79,0% [71,9% dopo l’inizio della terapia di mantenimento]), trombocitopenia (72,3% [61,6%]), diarrea (54,5% [46,4%]), rash (31,7% [25,0%]), infezione delle vie respiratorie superiori (26,8% [26,8%]), affaticamento (22,8% [17,9%]), leucopenia (22,8% [18,8%]) e anemia (21,0% [13,8%]). Mieloma multiplo di nuova diagnosi: pazienti non eleggibili al trapianto trattati con lenalidomide in associazione con bortezomib e desametasone Nello studio SWOG S0777, le reazioni avverse gravi osservate più frequentemente (≥ 5%) con lenalidomide in associazione con bortezomib per via endovenosa e desametasone, rispetto a lenalidomide in associazione con desametasone, sono state: • Ipotensione (6,5%), infezione polmonare (5,7%), disidratazione (5,0%) Le reazioni avverse osservate più frequentemente con lenalidomide in associazione con bortezomib e desametasone, rispetto a lenalidomide in associazione con desametasone, sono state: affaticamento (73,7%), neuropatia periferica (71,8%), trombocitopenia (57,6%), costipazione (56,1%) e ipocalcemia (50,0%). Mieloma multiplo di nuova diagnosi:pazienti non eleggibili al trapianto trattati con lenalidomide in associazione con desametasone a basso dosaggio Le reazioni avverse gravi osservate più frequentemente (≥ 5%) con lenalidomide in associazione con desametasone a basso dosaggio (Rd e Rd18), rispetto a melfalan, prednisone e talidomide (MPT), sono state: • Polmonite (9,8%) • Insufficienza renale (anche acuta) (6,3%) Le reazioni avverse osservate più frequentemente con Rd o Rd18 rispetto a MPT sono state: diarrea (45,5%), affaticamento (32,8%), dolore dorsale (32,0%), astenia (28,2%), insonnia (27,6%), rash (24,3%), diminuzione dell’appetito (23,1%), tosse (22,7%), piressia (21,4%) e spasmi muscolari (20,5%). Pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi non eleggibili al trapianto trattati con lenalidomide in associazione con melfalan e prednisone Le reazioni avverse gravi osservate più frequentemente (≥ 5%) con melfalan, prednisone e lenalidomide seguiti da terapia di mantenimento con lenalidomide (MPR+R) o melfalan, prednisone e lenalidomide seguiti da placebo (MPR+p), rispetto a melfalan, prednisone e placebo seguiti da placebo (MPp+p), sono state: • Neutropenia febbrile (6,0%) • Anemia (5,3%) Le reazioni avverse osservate più frequentemente con MPR+R o MPR+p rispetto a MPp+p sono state: neutropenia (83,3%), anemia (70,7%), trombocitopenia (70,0%), leucopenia (38,8%), costipazione (34,0%), diarrea (33,3%), rash (28,9%), piressia (27,0%), edema periferico (25,0%), tosse (24,0%), diminuzione dell’appetito (23,7%) e astenia (22,0%). Mieloma multiplo: pazienti con almeno una precedente terapia In due studi di fase 3 controllati con placebo, 353 pazienti con mieloma multiplo sono stati esposti a trattamento combinato di lenalidomide/desametasone e 351 a trattamento combinato di placebo/desametasone. Le reazioni avverse più gravi osservate con maggiore frequenza con l’associazione lenalidomide/desametasone rispetto all’associazione placebo/desametasone sono state: • Tromboembolia venosa (trombosi venosa profonda, embolia polmonare) (vedere paragrafo 4.4) • Neutropenia di grado 4 (vedere paragrafo 4.4). Le reazioni avverse che si sono verificate più frequentemente con lenalidomide e desametasone, rispetto a placebo e desametasone, combinando gli studi clinici sul mieloma multiplo (MM-009 e MM-010), sono state affaticamento (43,9%), neutropenia, (42,2%), costipazione (40,5%), diarrea (38,5%), crampi muscolari (33,4%), anemia (31,4%), trombocitopenia (21,5%) e rash (21,2%). Sindromi mielodisplastiche Il profilo di sicurezza globale di lenalidomide nei pazienti con sindromi mielodisplastiche si basa sui dati derivati da un totale di 286 pazienti inclusi in uno studio di fase 2 e uno studio di fase 3 (vedere paragrafo 5.1). Nella fase 2, tutti i 148 pazienti erano in trattamento con lenalidomide. Nello studio di fase 3, 69 pazienti erano trattati con lenalidomide 5 mg, 69 pazienti erano trattati con lenalidomide 10 mg e 67 pazienti ricevevano placebo durante la fase di doppio cieco dello studio. La maggior parte delle reazioni avverse tendeva a verificarsi durante le prime 16 settimane di terapia con lenalidomide. Le reazioni avverse gravi comprendono: • Tromboembolia venosa (trombosi venosa profonda, embolia polmonare) (vedere paragrafo 4.4) • Neutropenia di grado 3 o 4, neutropenia febbrile e trombocitopenia di grado 3 o 4 (vedere paragrafo 4.4). Le reazioni avverse più comunemente osservate che si sono verificate con maggiore frequenza nei gruppi trattati con lenalidomide rispetto al braccio di controllo (placebo) nello studio di fase 3, sono state neutropenia, (76,8%), trombocitopenia (46,4%), diarrea (34,8%), costipazione (19,6%), nausea (19,6%), prurito (25,4%), rash (18,1%), affaticamento (18,1%) e spasmi muscolari (16,7%). Linfoma mantellare Il profilo di sicurezza globale di lenalidomide nei pazienti con linfoma mantellare si basa sui dati derivati da 254 pazienti inclusi in uno studio, MCL-002, di fase 2 randomizzato, controllato (vedere paragrafo 5.1). Nella tabella 3 sono state incluse, inoltre, le reazioni avverse al farmaco (ADR) osservate nello studio di supporto MCL-001. Le reazioni avverse gravi osservate più di frequente nello studio MCL-002 (con una differenza di almeno 2 punti percentuali) nel braccio lenalidomide rispetto a quello di controllo sono state: • Neutropenia (3,6%) • Embolia polmonare (3,6%) • Diarrea (3,6%) Le reazioni avverse più comunemente osservate che si sono verificate con maggiore frequenza nel braccio lenalidomide rispetto a quello di controllo, nello Studio MCL-002, sono state neutropenia, (50,9%), anemia (28,7%), diarrea (22,8%), affaticamento (21,0%), costipazione (17,4%), piressia (16,8%) e rash (inclusa dermatite allergica) (16,2%). Nello studio MCL-002 è stato rilevato in generale un aumento evidente di decessi precoci (entro 20 settimane). I pazienti con massa tumorale elevata al basale presentano un rischio maggiore di morte precoce: 16/81 (20%) decessi precoci nel braccio lenalidomide e 2/28 (7%) decessi precoci nel braccio di controllo. Entro 52 settimane le cifre corrispondenti erano 32/81 (39,5%) e 6/28 (21%) (vedere paragrafo 5.1). Durante il ciclo di trattamento 1, 11/81 (14%) pazienti con massa tumorale elevata sono stati ritirati dalla terapia con lenalidomide, rispetto a 1/28 (4%) nel gruppo di controllo. Il motivo principale della sospensione del trattamento per i pazienti con massa tumorale elevata, durante il ciclo di trattamento 1 nel braccio lenalidomide, era imputabile a eventi avversi, 7/11 (64%). Una massa tumorale elevata è stata definita come almeno una lesione di ≥ 5 cm di diametro o 3 lesioni ≥ 3 cm. Elenco riassuntivo delle reazioni avverse Le reazioni avverse osservate in pazienti trattati con lenalidomide sono elencate di seguito in base alla classificazione per sistemi e organi e per frequenza. All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità. Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Le reazioni avverse sono state inserite nella categoria appropriata della tabella seguente, in accordo alla frequenza più elevata osservata in uno qualsiasi degli studi clinici principali. Tabella riassuntiva per la monoterapia nel MM La seguente tabella è stata compilata sulla base dei dati raccolti durante gli studi sul NDMM in pazienti sottoposti ad ASCT trattati con lenalidomide in terapia di mantenimento. I dati non sono stati aggiornati tenendo conto della maggiore durata della terapia nei bracci di trattamento contenenti lenalidomide, continuati fino alla progressione della malattia, rispetto ai bracci placebo negli studi pivotal sul mieloma multiplo (vedere paragrafo 5.1). Tabella 1: Reazioni avverse segnalate negli studi clinici nei pazienti con mieloma multiplo trattati con lenalidomide in terapia di mantenimento
Classificazione per sistemi e organi/Termine preferito | Tutte le reazioni avverse Frequenza | Reazioni avverse di grado 3/4 Frequenza |
Infezioni ed infestazioni | Molto comune | Molto comune |
Polmoniti◊,a, infezione delle vie respiratorie superiori, infezione neutropenica, bronchite◊, influenza◊, gastroenterite◊, sinusite, nasofaringite, rinite | Polmoniti◊,a, infezione neutropenica | |
Comune | Comune | |
Infezione◊, infezione delle vie urinarie◊,*, infezioni delle vie respiratorie inferiori, infezione polmonare◊ | Sepsi◊,b, batteriemia, infezione polmonare◊, infezione batterica delle vie respiratorie inferiori, bronchite◊, influenza◊, gastroenterite◊, herpes zoster◊, infezione◊ | |
Tumori benigni, maligni e nonspecificati (cisti e polipicompresi) | Comune | |
Sindrome mielodisplastica◊,* | ||
Patologie del sistema emolinfopoietico | Molto comune | Molto comune |
Neutropenia^ ,◊, neutropenia febbrile^ ,◊,trombocitopenia^ ,◊, anemia, leucopenia◊, linfopenia | Neutropenia^ ,◊, neutropenia febbrile^ ,◊,trombocitopenia^ ,◊, anemia, leucopenia◊, linfopenia | |
Comune | ||
Pancitopenia◊ | ||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Molto comune | Comune |
Ipokaliemia | Ipokaliemia, disidratazione | |
Patologie del sistema nervoso | Molto comune | Comune |
Parestesia | Cefalea | |
Comune | ||
Neuropatia perifericac | ||
Patologie vascolari | Comune | Comune |
Embolia polmonare◊,* | Trombosi venosa profonda^ ,◊,d | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Molto comune | Comune |
Tosse | Dispnea◊ | |
Comune | ||
Dispnea◊, rinorrea | ||
Patologie gastrointestinali | Molto comune | Comune |
Diarrea, costipazione, dolore addominale, nausea | Diarrea, vomito, nausea | |
Comune | ||
Vomito, dolore addominale superiore | ||
Patologie epatobiliari | Molto comune | Comune |
Test di funzionalità epatica alterati | Test di funzionalità epatica alterati | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Molto comune | Comune |
Rash, cute secca | Rash, prurito | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Molto comune | |
Spasmi muscolari | ||
Comune | ||
Mialgia, dolore muscoloscheletrico | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Molto comune | Comune |
Affaticamento, astenia, piressia | Affaticamento, astenia |
Classificazione per sistemi e organi / Termine preferito | Tutte le reazioni avverse/Frequenza | Reazioni avverse di grado3-4/Frequenza |
Infezioni ed infestazioni | Molto comune | Comune |
Polmonite◊,◊◊, infezione delle vie respiratorie superiori◊, infezioni batteriche, virali e micotiche (incluse infezioni opportunistiche)◊, nasofaringite, faringite, bronchite◊, rinite | Polmonite◊,◊◊ , infezioni batteriche, virali e micotiche (incluse infezioni opportunistiche)◊, cellulite◊, sepsi◊,◊◊, infezione polmonare◊◊, bronchite◊, infezione delle vie respiratorie◊◊, infezione delle vie urinarie◊◊, enterocolite infettiva | |
Comune | ||
Sepsi◊,◊◊, infezione polmonare◊◊, infezione delle vie urinarie◊◊, sinusite◊ | ||
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) | Non comune | Comune |
Carcinoma basocellulare^ ,◊ Carcinoma cutaneo squamocellulare^ ,◊* | Leucemia mieloide acuta◊, sindrome mielodisplastica◊, carcinoma cutaneo squamocellulare^ ,◊,** | |
Non comune | ||
Leucemia acuta a cellule T◊, carcinoma basocellulare^ ,◊, sindrome da lisi tumorale | ||
Patologie del sistema emolinfopoietico | Molto comune | Molto comune |
Neutropenia^ ,◊,◊◊, trombocitopenia^ ,◊,◊◊, anemia◊, disturbo emorragico^, leucopenie, linfopenia | Neutropenia^ ,◊,◊◊, trombocitopenia^ ◊,◊◊, anemia◊, leucopenie, linfopenia | |
Comune | Comune | |
Neutropenia febbrile^ ,◊, pancitopenia◊ | Neutropenia febbrile^ ,◊, pancitopenia◊, anemia emolitica | |
Non comune | Non comune | |
Emolisi, anemia emolitica autoimmune, anemia emolitica | Ipercoagulazione, coagulopatia | |
Disturbi del sistema immunitario | Non comune | |
Ipersensitività^ | ||
Patologie endocrine | Comune | |
Ipotiroidismo | ||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Molto comune | Comune |
Ipokaliemia◊,◊◊, iperglicemia, ipoglicemia, ipocalcemia◊, iponatriemia◊, disidratazione◊◊, diminuzione dell’appetito◊◊, diminuzione del peso | Ipokaliemia◊,◊◊, iperglicemia, ipocalcemia◊, diabete mellito◊, ipofosfatemia, iponatriemia◊, iperuricemia, gotta, disidratazione◊◊, diminuzione dell’appetito◊◊, diminuzione del peso | |
Comune | ||
Ipomagnesiemia, iperuricemia, ipercalcemia | ||
Disturbi psichiatrici | Molto comune | Comune |
Stato depressivo, insonnia | Stato depressivo, insonnia | |
Non comune | ||
Perdita della libido | ||
Patologie del sistema nervoso | Molto comune | Molto comune |
Neuropatie periferiche◊◊, parestesia, capogiri◊◊, tremore, disgeusia, cefalea | Neuropatie periferiche◊◊ | |
Comune | Comune | |
Atassia, disturbi dell’equilibrio, sincope◊◊, nevralgia, disestesia | Evento cerebrovascolare◊, capogiri◊◊, sincope◊◊, nevralgia | |
Non comune | ||
Emorragia intracranica^, attacco ischemico transitorio, ischemia cerebrale | ||
Patologie dell'occhio | Molto comune | Comune |
Cataratta, visione offuscata | Cataratta | |
Comune | Non comune | |
Riduzione dell’acuità visiva | Cecità | |
Patologie dell'orecchio e del labirinto | Comune | |
Sordità (inclusa ipoacusia), tinnito | ||
Patologie cardiache | Comune | Comune |
Fibrillazione atriale◊,◊◊, bradicardia | Infarto del miocardio (anche acuto)^ ,◊, fibrillazione atriale◊,◊◊, insufficienza cardiaca congestizia◊, tachicardia, insufficienza cardiaca◊,◊◊, ischemia miocardica◊ | |
Non comune | ||
Aritmia, intervallo QT prolungato, flutter atriale, extrasistoli ventricolari | ||
Patologie vascolari | Molto comune | Molto comune |
Eventi tromboembolici venosi^, prevalentemente trombosi venosa profonda ed embolia polmonare^ ,◊,◊◊, ipotensione◊◊ | Eventi tromboembolici venosi^, prevalentemente trombosi venosa profonda ed embolia polmonare^ ,◊,◊◊ | |
Comune | Comune | |
Ipertensione, ecchimosi^ | Vasculite, ipotensione◊◊, ipertensione | |
Non comune | ||
Ischemia, ischemia periferica, trombosi dei seni venosi intracranici | ||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Molto comune | Comune |
Dispnea◊,◊◊, epistassi^, tosse | Sofferenza respiratoria◊, dispnea◊,◊◊, dolore pleuritico◊◊, ipossia◊◊ | |
Comune | ||
Disfonia | ||
Patologie gastrointestinali | Molto comune | Comune |
Diarrea◊,◊◊, costipazione◊, dolore addominale◊◊, nausea, vomito◊◊, dispepsia, bocca secca, stomatite | Emorragia gastrointestinale^ ,◊,◊◊, ostruzione dell’intestino tenue◊◊, diarrea◊◊, costipazione◊, dolore addominale◊◊, nausea, vomito◊◊ | |
Comune | ||
Emorragia gastrointestinale (incluse emorragia rettale, emorragia emorroidale, emorragia da ulcera peptica e sanguinamento gengivale)^ , ◊◊, disfagia | ||
Non comune | ||
Colite, infiammazione del cieco | ||
Patologie epatobiliari | Molto comune | Comune |
Alanina aminotransferasi aumentata, aspartato aminotransferasi aumentata | Colestasi◊, epatotossicità, danno epatocellulare◊◊, alanina aminotransferasi aumentata, test di funzionalità epatica alterati◊ | |
Comune | Non comune | |
Danno epatocellulare◊◊, test di funzionalità epatica alterati◊, iperbilirubinemia | Insufficienza epatica^ | |
Non comune | ||
Insufficienza epatica^ | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Molto comune | Comune |
Rash◊◊, prurito | Rash◊◊ | |
Comune | Non comune | |
Orticaria, iperidrosi, cute secca, iperpigmentazione della cute, eczema, eritema | Eruzione cutanea con eosinofilia e sintomi sistemici indotta da farmaco◊◊ | |
Non comune | ||
Eruzione cutanea con eosinofilia e sintomi sistemici indotta da farmaco◊◊, depigmentazione della cute, reazione di fotosensibilità | ||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Molto comune | Comune |
Debolezza muscolare◊◊, spasmi muscolari, dolore osseo◊, fastidio e dolore del tessuto connettivo e muscoloscheletrico (incluso dolore alla schiena◊, ◊◊), dolore alle estremità, mialgia, artralgia◊ | Debolezza muscolare◊◊, dolore osseo◊, fastidio e dolore del tessuto connettivo e muscoloscheletrico (incluso dolore alla schiena◊, ◊◊) | |
Comune | Non comune | |
Gonfiore articolare | Gonfiore articolare | |
Patologie renali e urinarie | Molto comune | Non comune |
Insufficienza renale (anche acuta)◊, ◊◊ | Necrosi tubulare renale | |
Comune | ||
Ematuria^, ritenzione urinaria, incontinenza urinaria | ||
Non comune | ||
Sindrome di Fanconi acquisita | ||
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella | Comune | |
Disfunzione erettile | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Molto comune | Molto comune |
Affaticamento◊,◊◊, edema (incluso edema periferico), piressia◊,◊◊, astenia, malattia similinfluenzale (inclusi piressia, tosse, mialgia, dolore muscoloscheletrico, cefalea e brividi) | Affaticamento◊,◊◊ | |
Comune | Comune | |
Dolore toracico◊,◊◊, letargia | Edema periferico, piressia◊,◊◊, astenia | |
Esami diagnostici | Molto comune | |
Fosfatasi alcalina ematica aumentata | ||
Comune | ||
Aumento della proteina C-reattiva | ||
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | Comune | |
Cadute, contusione^ |
Classificazione per sistemi e organi / Termine preferito | Tutte le reazioni avverse/Frequenza | Reazioni avverse di grado3-4/Frequenza |
Infezioni ed infestazioni | Molto comune | Molto comune |
Infezioni batteriche, virali e micotiche (incluse infezioni opportunistiche)◊ | Polmonite◊ | |
Comune | ||
Infezioni batteriche, virali e micotiche (incluse infezioni opportunistiche)◊, bronchite | ||
Patologie del sistema emolinfopoietico | Molto comune | Molto comune |
Trombocitopenia^ ,◊, neutropenia^ ,◊, leucopenie | Trombocitopenia^ ,◊, neutropenia^ ,◊, leucopenie | |
Comune | ||
Neutropenia febbrile^ ,◊ | ||
Patologie endocrine | Molto comune | |
Ipotiroidismo | ||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Molto comune | Comune |
Diminuzione dell’appetito | Iperglicemia◊, diminuzione dell’appetito | |
Comune | ||
Sovraccarico di ferro, diminuzione del peso | ||
Disturbi psichiatrici | Comune | |
Alterazione dell’umore◊,≈ | ||
Patologie del sistema nervoso | Molto comune | |
Capogiri, cefalea | ||
Comune | ||
Parestesia | ||
Patologie cardiache | Comune | |
Infarto del miocardio acuto^ ,◊, fibrillazione atriale◊, insufficienza cardiaca◊ | ||
Patologie vascolari | Comune | Comune |
Ipertensione, ematoma | Eventi tromboembolici venosi, prevalentemente trombosi venosa profonda ed embolia polmonare^ ,◊ | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Molto comune | |
Epistassi | ||
Patologie gastrointestinali | Molto comune | Comune |
Diarrea◊, dolore addominale (anche superiore), nausea, vomito, costipazione | Diarrea◊, nausea, mal di denti | |
Comune | ||
Bocca secca, dispepsia | ||
Patologie epatobiliari | Comune | Comune |
Test di funzionalità epatica alterati | Test di funzionalità epatica alterati | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Molto comune | Comune |
Rash, cute secca, prurito | Rash, prurito | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Molto comune | Comune |
Spasmi muscolari, dolore muscoloscheletrico (inclusi dolore dorsale◊ e dolore alle estremità), artralgia, mialgia | Dolore dorsale◊ | |
Patologie renali e urinarie | Comune | |
Insufficienza renale◊ | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Molto comune | Comune |
Affaticamento, edema periferico, sindrome simil-influenzale (inclusi piressia, tosse, faringite, mialgia, dolore muscoloscheletrico, cefalea) | Piressia | |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | Comune | |
Cadute |
Classificazione per sistemi e organi / Termine preferito | Tutte le reazioni avverse/Frequenza | Reazioni avverse di grado3-4/Frequenza |
Infezioni ed infestazioni | Molto comune | Comune |
Infezioni batteriche, virali e micotiche (incluse infezioni opportunistiche)◊, nasofaringite, polmonite◊ | Infezioni batteriche, virali e micotiche (incluse infezioni opportunistiche)◊, polmonite◊ | |
Comune | ||
Sinusite | ||
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) | Comune | Comune |
Tumour Flare Reaction | Tumour Flare Reaction, carcinoma cutaneo squamocellulare^ ,◊, carcinoma basocellulare^ ,◊ | |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Molto comune | Molto comune |
Trombocitopenia^, neutropenia^ ,◊, leucopenie◊, anemia◊ | Trombocitopenia^, neutropenia^ ,◊, anemia◊ | |
Comune | Comune | |
Neutropenia febbrile^ ,◊ | Neutropenia febbrile^ ,◊, leucopenie◊ | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Molto comune | Comune |
Diminuzione dell’appetito, diminuzione del peso, ipokaliemia | Disidratazione◊, iponatriemia, ipocalcemia | |
Comune | ||
Disidratazione◊ | ||
Disturbi psichiatrici | Comune | |
Insonnia | ||
Patologie del sistema nervoso | Molto comune | Comune |
Disgeusia, cefalea, neuropatia periferica | Neuropatia periferica sensoriale, letargia | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Comune | |
Vertigine | ||
Patologie cardiache | Comune | |
Infarto del miocardio (anche acuto)^ ,◊, insufficienza cardiaca | ||
Patologie vascolari | Comune | Comune |
Ipotensione◊ | Trombosi venosa profonda◊, embolia polmonare^ ,◊, ipotensione◊ | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Molto comune | Comune |
Dispnea◊ | Dispnea◊ | |
Patologie gastrointestinali | Molto comune | Comune |
Diarrea◊, nausea◊, vomito◊, costipazione | Diarrea◊, dolore addominale◊, costipazione | |
Comune | ||
dolore addominale◊ | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Molto comune | Comune |
Rash (inclusa dermatite allergica), prurito | Rash | |
Comune | ||
Sudorazione notturna, cute secca | ||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Molto comune | Comune |
Spasmi muscolari, dolore dorsale | Dolore dorsale, debolezza muscolare◊, artralgia, dolore alle estremità | |
Comune | ||
Artralgia, dolore alle estremità, debolezza muscolare◊ | ||
Patologie renali e urinarie | Comune | |
Insufficienza renale◊ | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Molto comune | Comune |
Affaticamento, astenia◊, edema periferico, sindrome similinfluenzale (inclusi piressia◊, tosse) | Piressia◊, astenia◊, affaticamento | |
Comune | ||
Brividi |
Classificazione per sistemi e organi / Termine preferito | Tutte le reazioni avverse/Frequenza | Reazioni avverse di grado3-4/Frequenza |
Infezioni ed infestazioni | Non nota | Non nota |
Infezioni virali, inclusa riattivazione dell’herpes zoster e del virus dell’epatite B | Infezioni virali, inclusa riattivazione dell’herpes zoster e del virus dell’epatite B | |
Tumori benigni, maligni e nonspecificati (cisti e polipi compresi) | Raro | |
Sindrome da lisi tumorale | ||
Patologie del sistema emolinfopoietico | Non nota | |
Emofilia acquisita | ||
Disturbi del sistema immunitario | Non nota | |
Rigetto di trapianto di organo solido | ||
Patologie endocrine | Comune | |
Ipertiroidismo | ||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Non nota | |
Polmonite interstiziale | ||
Patologie gastrointestinali | Non nota | |
Pancreatite, perforazione gastrointestinale (incluse perforazioni di diverticoli, intestinali e dell’intestino crasso)^ | ||
Patologie epatobiliari | Non nota | Non nota |
Insufficienza epatica acuta^, epatite tossica^, epatite citolitica^, epatite colestatica^, epatite mista citolitica/colestatica^ | Insufficienza epatica acuta^, epatite tossica^ | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Non comune | |
Angioedema | ||
Raro | ||
Sindrome di Stevens-Johnson^, necrolisi epidermica tossica^ | ||
Non nota | ||
Vasculite leucocitoclastica, reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici^ |
Codice AIC
038016073
Data di pubblicazione
28-01-2023
Categorie farmaco
Sostanza
Produttore
Disclaimer
Questa scheda riporta informazioni che non intendono sostituire una diagnosi o consigli del medico, poichè solo il medico può stilare qualsiasi prescrizione e dare indicazione terapeutica. Tutti i contenuti devono intendersi e sono di natura esclusivamente informativa e volti esclusivamente a portare a conoscenza degli utenti le informazioni attraverso il presente sito. In caso di patologie, disturbi o allergie è sempre bene consultare prima il proprio medico curante.
Nota bene
Le denominazioni dei prodotti, gli ingredienti e le percentuali indicati nelle descrizioni sono puramente indicativi, potrebbero subire variazioni o aggiornamenti da parte delle aziende produttrici. Per l'impossibilità di adeguarsi in tempo reale a tali aggiornamenti, le foto e le informazioni tecniche dei prodotti inseriti su Farmacia.it possono differire da quelle riportate in etichetta o in altro modo diffuse dalle aziende produttrici. L'unico elemento di identificazione risulta essere il codice ministeriale MINSAN. Farmacia.it non garantisce la veridicità e l'attualità delle informazioni pubblicate e declina ogni responsabilità in ordine ad eventuali errori, omissioni o mancati aggiornamenti delle stesse. Farmacia.it non si assume responsabilità per danni di qualsiasi natura che possano derivare dall'accesso alle informazioni pubblicate.
Fonte dei dati
Farmadati Italia - Sito internet: https://www.farmadati.it/
La Banca Dati Farmadati Italia è utilizzata dalla quasi totalità delle farmacie, parafarmacie, erboristerie, sanitarie, GDO, medici informatizzati ecc. grazie alla garanzia di affidabilità, serietà e professionalitàstoriche dell'azienda sul territorio nazionale.
Il sistema di gestione Farmadati Italia S.r.l è conforme ai requisiti delle norme UNI EN ISO 9001:2015 per i sistemi di gestione per la qualità e UNI CEI ISO/IEC 27001:2017 per i sistemi di gestione della sicurezza delle informazioni.