Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite
Trattamento delle trombosi venose profonde.
- Indice di navigazione
- Principi attivi
- Eccipienti
- Indicazioni
- Controindicazioni
- Posologia
- Conservazione
- Avvertenze
- Interazioni
- In gravidanza
- Sovradosaggio
- Effetti indesiderati
- Codice AIC
 
Principi attivi
Composizione di Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite - Che principio attivo ha Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite?
1 siringa preriempita contiene ml: | 0,6 | 0,8 | 1 |
Principio attivo | |||
nadroparina calcica U.I. antiXa | 11.400 | 15.200 | 19.000 |
Eccipienti
Composizione di Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite - Cosa contiene Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite?
Calcio idrossido soluzione o acido cloridrico diluito, acqua per preparazioni iniettabili.
Indicazioni
Indicazioni terapeutiche - Perchè si usa Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite? A cosa serve?
Trattamento delle trombosi venose profonde.
Controndicazioni
Quando non deve essere usato Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite?
Nadroparina è controindicata nei casi di: - ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; - anamnesi positiva per trombocitopenia con nadroparina (vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego); - sanguinamento attivo o aumentato rischio emorragico legati a disturbi dell'emostasi, ad eccezione della coagulazione intravascolare disseminata non indotta da eparina; - lesioni organiche a rischio di sanguinamento (ulcera peptica in fase attiva, retinopatie, sindrome emorragica); - accidenti cerebrovascolari emorragici; - endocardite infettiva acuta; - insufficienza renale grave (clearance della creatinina <30 ml/min) in pazienti che ricevono trattamento per trombosi venosa profonda; - nefropatie e pancreopatie gravi, ipertensione arteriosa grave, traumi cranio encefalici gravi nel periodo postoperatorio; - l’anestesia loco-regionale per procedure di chirurgia elettiva è controindicata in quei pazienti che ricevono eparina a basso peso molecolare per uso terapeutico.
Posologia
Quantità e modalità di assunzione di Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite - Come si assume Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite?
Posologia: Si deve porre particolare attenzione alle istruzioni per il dosaggio, specifiche per differenti marchi di eparina a basso peso molecolare, in quanto per ciascuna eparina a basso peso molecolare vengono usati sistemi di misura differenti per esprimere le dosi (Unità o mg). Pertanto nadroparina non deve essere usata in modo intercambiabile con altre eparine a basso peso molecolare nel corso del trattamento. Trattamento delle trombosi venose profonde. Somministrazione per via sottocutanea: Un'iniezione al giorno per 10 giorni alla dose di 171 U.I. antiXa/kg. A titolo di esempio e in funzione del peso del paziente le posologie da somministrare sono le seguenti:
Trattamento delle trombosi venose profonde | ||
Peso corporeo (kg) | 1 iniezione al giorno per 10 giorni | |
Volume di nadroparina per iniezione (ml) | UI antiXa | |
< 50 | 0,4 ml | 7600 |
50-59 | 0,5 ml | 9500 |
60-69 | 0,6 ml | 11400 |
70-79 | 0,7 ml | 13300 |
80-89 | 0,8 ml | 15200 |
≥ 90 | 0,9 ml | 17100 |
Conservazione
Come si conserva Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite?
Non conservare a temperatura superiore a 25 °C.
Avvertenze
Su Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite è importante sapere che:
Trombocitopenia indotta da eparina: A causa della possibilità di trombocitopenia indotta da eparina, la conta piastrinica deve essere monitorata durante tutto il corso del trattamento con nadroparina. Sono stati riportati rari casi di trombocitopenia, occasionalmente grave, che può essere associata a trombosi arteriosa o venosa. Si deve prendere in considerazione tale diagnosi nelle seguenti situazioni: - trombocitopenia; - qualsiasi riduzione significativa del livello delle piastrine (30-50% in confronto al valore basale); - peggioramento della trombosi iniziale, in corso di terapia; - trombosi che si presenta durante il trattamento; - coagulazione intravascolare disseminata. In questi casi il trattamento con nadroparina deve essere interrotto. Tali effetti sono probabilmente di natura immuno-allergica e, nel caso di un primo trattamento, sono stati riportati principalmente tra il 5° ed il 21° giorno di terapia, ma possono comparire anche molto più precocemente in caso di anamnesi positiva per trombocitopenia indotta da eparina. In caso di anamnesi positiva per trombocitopenia comparsa con il trattamento con eparina (sia standard che a basso peso molecolare), si può prendere in considerazione, se necessario, il trattamento con nadroparina. In tali casi, un attento monitoraggio clinico e la verifica della conta piastrinica devono essere effettuati almeno una volta al giorno. Se compare trombocitopenia, il trattamento deve essere immediatamente sospeso. Quando la trombocitopenia compare con l’uso di eparina (standard o a basso peso molecolare), deve essere presa in considerazione la sostituzione con un anti-trombotico di una classe differente. Se ciò non fosse possibile, ma comunque fosse necessaria la somministrazione di eparina, si può prendere in considerazione la sostituzione con un’altra eparina a basso peso molecolare. In tali casi, il monitoraggio della conta piastrinica deve essere effettuato almeno giornalmente ed il trattamento deve essere sospeso non appena possibile, in quanto sono stati descritti casi di trombocitopenia iniziale che continuava dopo la sostituzione (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni). Test di aggregazione piastrinica in vitro sono solo di limitato valore nella diagnosi di trombocitopenia indotta da eparina. Nadroparina deve essere somministrata con cautela nelle situazioni seguenti, che possono essere associate ad un aumento del rischio di emorragia: - insufficienza epatica; - ipertensione arteriosa grave; - storia clinica di ulcera peptica o di altre lesioni organiche a rischio di sanguinamento; - malattie vascolari della corioretina; - durante il periodo post-operatorio a seguito di chirurgia cerebrale, del midollo spinale o dell’occhio, e nei traumi cranici. Insufficienza renale: È noto che nadroparina è principalmente escreta attraverso i reni, il che dà luogo ad una maggiore esposizione alla nadroparina per i pazienti affetti da insufficienza renale (vedere paragrafo 5.2 Proprietà farmacocinetiche - Insufficienza renale). I pazienti con funzionalità renale compromessa presentano un maggior rischio di sanguinamento e devono essere trattati con cautela. L’eventuale riduzione del dosaggio nei pazienti con una clearance della compresa tra 30 ml/min e 50 ml/min, deve essere basata sulla valutazione clinica, da parte del medico, del rischio individuale di sanguinamento rispetto al rischio di tromboembolismo (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione). Anziani: Si raccomanda di verificare la funzionalità renale prima di iniziare il trattamento (vedere 4.3 Controindicazioni). Iperkaliemia: L’eparina può sopprimere la secrezione surrenalica di aldosterone con conseguente iperkaliemia, particolarmente in quei pazienti con livelli elevati di potassio plasmatico, o a rischio di aumento dei livelli di potassio plasmatico, come i pazienti affetti da diabete mellito, insufficienza renale cronica, acidosi metabolica pre-esistente o che assumono farmaci che possono causare iperkaliemia (per esempio inibitori dell’enzima che converte l’angiotensina (ACE- inibitori), farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)). Sembra che il rischio di iperkaliemia aumenti in relazione alla durata della terapia, ma in genere esso è reversibile. Nei pazienti a rischio si deve monitorare il potassio plasmatico. Anestesia spinale/epidurale, puntura lombare e farmaci concomitanti: Nei pazienti sottoposti ad anestesia spinale o epidurale l’uso di eparina a basso peso molecolare può essere raramente associato ad ematomi, che possono portare ad una paralisi degli arti inferiori prolungata o permanente. Il rischio di ematomi spinali/epidurali è aumentato dall’uso di cateteri epidurali a permanenza o dall’uso concomitante di altri farmaci che possono influenzare l’emostasi, come gli antiinfiammatori non-steroidei (FANS), gli inibitori dell’aggregazione piastrinica o altri anticoagulanti. Il rischio risulta inoltre aumentato da traumi o da punture epidurali o lombari ripetute. Pertanto, il ricorso concomitante ad un blocco neuroassiale e ad una terapia anti-coagulante deve essere deciso dopo aver stabilito con attenzione il bilancio rischio/beneficio individuale nelle situazioni seguenti: - nei pazienti già trattati con anti-coagulanti, i benefici di un blocco neuroassiale devono essere attentamente valutati in confronto ai rischi; - nei pazienti in cui si prevede di ricorrere a chirurgia elettiva con blocco neuroassiale, i benefici della terapia anticoagulante devono essere attentamente valutati in confronto ai rischi. Nel caso di pazienti sottoposti a puntura spinale lombare, anestesia spinale o anestesia epidurale, devono intercorrere almeno 12 ore tra l’iniezione di nadroparina a dosi profilattiche (se comprese nel paragrafo 4.1 “ Indicazioni Terapeutiche”) e l’inserimento o la rimozione del catetere o dell’ago spinale/epidurale ed almeno 24 ore nel caso di iniezione di nadroparina a dosi di trattamento, tenendo conto delle caratteristiche del prodotto e del profilo del paziente. Per i pazienti con insufficienza renale si devono prendere in considerazione intervalli di tempo maggiori. La dose successiva non va somministrata fino a quando non siano trascorse almeno 4 ore. La risomministrazione di nadroparina deve essere ritardata fino a quando la procedura chirurgica è stata completata. I pazienti devono essere frequentemente controllati per individuare segni e sintomi di alterazioni neurologiche, come dolore lombare, deficit sensoriali e motori degli arti inferiori (intorpidimento e debolezza), disfunzione intestinale e/o vescicale. Se si nota una compromissione neurologica, è necessario un trattamento d’urgenza. Gli operatori sanitari devono essere preparati ad individuare tali segni e sintomi. I pazienti devono essere avvisati di informare immediatamente un medico o un operatore sanitario se si verifica uno qualsiasi dei suddetti sintomi. Nel caso si sospettino segni o sintomi di ematoma subaracnoideo, si deve fare con urgenza una diagnosi ed intervenire con il trattamento che includa la decompressione del midollo spinale. Se durante il posizionamento del catetere epidurale si è verificato un sanguinamento significativo o evidente, prima di iniziare/riprendere la terapia con eparina è necessario effettuare una accurata valutazione del rapporto di beneficio/rischio. Necrosi cutanea: Necrosi cutanea è stata riportata molto raramente. Essa è preceduta da porpora o placche eritematose infiltrate o dolenti, con o senza sintomi generali. In tali casi, il trattamento deve essere immediatamente sospeso. Allergia al lattice: Il cappuccio di protezione dell’ago della siringa preriempita può contenere gomma al lattice naturale che può provocare reazioni allergiche nei soggetti sensibili al lattice.
Interazioni
Quali medicinali o alimenti possono interagire con Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite?
Nadroparina deve essere somministrata con cautela nei pazienti che ricevono agenti anti-coagulanti orali, (gluco-) corticosteroidi sistemici e destrani. Quando si inizia la terapia anti-coagulante orale nei pazienti che ricevono nadroparina, il trattamento con nadroparina deve essere continuato fino a che l’International Normalised Ratio (INR) si sia stabilizzato sul valore richiesto. Salicilati, antiinfiammatori non-steroidei e farmaci anti-aggreganti piastrinici: Nella profilassi o nel trattamento di disturbi tromboembolici venosi e nella prevenzione della coagulazione durante l’emodialisi, l’uso concomitante di aspirina, di altri salicilati, di FANS e di agenti antiaggreganti piastrinici non è raccomandato, in quanto tali farmaci possono aumentare il rischio di emorragia. Quando tali combinazioni non possono essere evitate, si raccomanda di monitorare attentamente i parametri clinici e biologici. Associazioni sconsigliate. - Acido acetilsalicilico ed altri salicilati (per via generale):Aumento del rischio di emorragia (inibizione della funzione piastrinica e aggressione della mucosa gastroduodenale da salicilati). Utilizzare altre sostanze per un effetto antalgico o antipiretico. - FANS (per via generale): Aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica e aggressione della mucosa gastroduodenale da farmaci antiinfiammatori non steroidei). Se non è possibile evitare l'associazione, istituire un'attenta sorveglianza clinica e biologica. - Ticlopidina: aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica da ticlopidina): È sconsigliata l'associazione a forti dosi di eparina: l'associazione a basse dosi di eparina (eparinoterapia preventiva) richiede un'attenta sorveglianza clinica e biologica. - Altri antiaggreganti piastrinici (clopidogrel, dipiridamolo, sulfinpirazone, ecc..): aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica). Associazioni che necessitano di precauzioni d'uso: - Anticoagulanti orali: Potenziamento dell'azione anticoagulante. L’eparina falsa il dosaggio del tasso di protrombina. Al momento della sostituzione dell'eparina con gli anticoagulanti orali: - rinforzare la sorveglianza clinica e biologica (tempo di Quick espresso in INR); - per controllare l’effetto degli anticoagulanti orali effettuare il prelievo prima della somministrazione di eparina, nel caso questa sia discontinua o, di preferenza, utilizzare un reattivo non sensibile all'eparina. A causa del tempo di latenza necessario affinché l’anticoagulante orale sia pienamente efficace, si deve continuare il trattamento con eparina fino a quando l’INR si sia stabilizzato nel range terapeutico (compreso tra 2 e 3). - Glucocorticoidi (via generale): Aggravamento del rischio emorragico proprio della terapia con glucocorticoidi (mucosa gastrica, fragilità vascolare), a dosi elevate o in trattamento prolungato superiore a dieci giorni. L'associazione deve essere giustificata; potenziare la sorveglianza clinica. - Destrano (via parenterale): Aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica). Adattare la posologia dell'eparina in modo da non superare una ipocoagulabilità superiore a 1,5 volte il valore di riferimento, durante l'associazione e dopo la sospensione di destrano.- In caso di somministrazione contemporanea di acido ascorbico, antistaminici, digitale, penicilline e.v., tetracicline o fenotiazine si può avere una inibizione dell’attività del farmaco.
In gravidanza
Se è in corso una gravidanza, se sospetta o sta pianificando una gravidanza, o se sta allattando con latte materno chiedere consiglio al medico prima di prendereFraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite?
Gravidanza: Gli studi nell'animale non hanno evidenziato alcuna attività teratogena o fetotossica. Tuttavia, esistono solo dati clinici limitati riguardanti il passaggio di nadroparina attraverso la placenta nelle donne in gravidanza. Pertanto l’uso di nadroparina in gravidanza non è consigliato a meno che i benefici terapeutici superino i possibili rischi. Allattamento: Le informazioni sull’escrezione di nadroparina nel latte materno sono limitate. Le attuali conoscenze indicano che, per effetto delle dimensioni molecolari delle eparine a basso peso molecolare e dell’inattivazione gastrointestinale, il passaggio nel latte materno e l’assorbimento per via orale da parte del lattante è trascurabile. Tuttavia, come precauzione, alle madri che allattano e che ricevono nadroparina deve essere consigliato di non allattare. Fertilità: Non esistono studi clinici sull’effetto di nadroparina sulla fertilità
Sovradosaggio
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite?
Sintomi e segni La manifestazione clinica più evidente del sovradosaggio, sia per via sottocutanea che endovenosa, è l’emorragia. In tal caso deve essere effettuata una conta piastrinica e devono essere misurati altri parametri di coagulazione. I sanguinamenti minori raramente richiedono una terapia specifica e generalmente è sufficiente ridurre o ritardare le dosi successive di nadroparina. Trattamento Soltanto nei casi gravi si deve prendere in considerazione l’uso della protamina solfato, che neutralizza in gran parte l’effetto anticoagulante di nadroparina, anche se rimane parte dell’attività antiXa. 0,6 ml di protamina solfato neutralizzano circa 950 U.I. antiXa di nadroparina. Per la quantità di protamina da iniettare si deve tenere conto del tempo trascorso dall’iniezione di eparina ed eventualmente effettuare una riduzione della dose di protamina.
Effetti indesiderati
Quali sono gli effetti collaterali di Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite? - Come tutti i medicinali, Fraxodi soluzione iniettabile – 11.400 ui anti xa/0,6 ml soluzione iniettabile 2 siringhe preriempite può causare effetti collaterali, sebbene non tutte le persone li manifestino.
Le reazioni avverse sono elencate di seguito per sistema, organo, classe e frequenza. Le reazioni avverse sono state classificate in accordo alla classificazione sistemica organica e secondo la convenzione sulla frequenza: molto comune ≥1/10, comune da ≥1/100 a <1/10, non comune da ≥1/1000 a <1/100, raro da ≥1/10000 a <1/1000, molto raro <1/10000, non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema emolinfopoietico | Molto comune | manifestazioni emorragiche in vari siti (inclusi casi di ematoma spinale), più frequenti in pazienti con altri fattori di rischio (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). |
Raro | trombocitopenia (inclusa quella da eparina) (vedere paragrafo 4.4), trombocitosi | |
Molto raro | eosinofilia, reversibile in seguito ad interruzione del trattamento | |
Disturbi del sistema immunitario | Molto raro | reazioni di ipersensibilità (compreso angioedema e reazioni cutanee), reazione anafilattoide |
Patologie del sistema nervoso | non nota | Cefalea |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Molto raro | iperkaliemia reversibile correlata alla soppressione, indotta da eparina, della secrezione di aldosterone, in particolare nei pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4) |
Patologie epatobiliari | Comune | aumento delle transaminasi, in genere transitorio |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Molto raro | priapismo |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Raro | rash, orticaria, eritema, prurito |
Molto raro | necrosi cutanea, normalmente al sito d’iniezione preceduta da porpora o placche eritematose infiltrate o dolenti, con o senza sintomi generali. (vedere paragrafo 4.4) | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione* | Molto comune | ematoma nel sito dell’iniezione |
Comune | reazione nel punto di iniezione | |
Raro | calcinosi nel punto di iniezione² |
Codice AIC
036458014
Data di pubblicazione
28-01-2023
Categorie farmaco
Sostanza
Produttore
Disclaimer
Questa scheda riporta informazioni che non intendono sostituire una diagnosi o consigli del medico, poichè solo il medico può stilare qualsiasi prescrizione e dare indicazione terapeutica. Tutti i contenuti devono intendersi e sono di natura esclusivamente informativa e volti esclusivamente a portare a conoscenza degli utenti le informazioni attraverso il presente sito. In caso di patologie, disturbi o allergie è sempre bene consultare prima il proprio medico curante.
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Fonte dei dati
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